ROMA – Il Vangelo di domenica 28 settembre è tratto dal Vangelo di Matteo (21, 28-32):
“In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse:
“Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”.
Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò.
Si rivolse al secondo e disse lo stesso.
Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò.
Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?».
Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani [esattori del fisco] e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto.
Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
San Matteo era un po’ parte in causa, essendo egli stesso un pubblicano, un esattore fiscale, prima della chiamata di Gesù Cristo. Una disputa si è aperta sulla identificazione della figura di Matteo nel dipinto di Caravaggio, “Vocazione di San Matteo”, conservato nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma.
Secondo la tradizione, sarebbe l’uomo con la barba al centro del quadro, con l’indice puntato alla sua destra. Secondo Sandro Magister, su Chiesa.it, sarebbe invece il ragazzo chino a contare le monete (dei pedaggi? delle tasse?) verso il quale è puntato il dito dell’uomo con la barba.