
ROMA – Gesù parlava duemila anni fa alle folle di disperati di quel tempo. Sono cambiati contesto sociale, quadro economico e geografia ma la speranza resta quella che ancor oggi ti trasmette il “discorso della montagna” di Gesù, nel Vangelo di Matteo:
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.Beati i miti,
perché erediteranno la terra.Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.