ROMA, 16 GIU – Cosa hanno a che fare un mercato in crescente espansione come quello delle scommesse legalizzate e una forma di criminalita' che tiene per il collo migliaia di famiglie (10.000 persone si sono rivolte nel 2010 alle associazioni e alle fondazioni antiusura)? Lo loro relazione e' di causa-effetto: la compulsione all'alea e' tra i prime quattro motivi del ricorso agli strozzini. ''Sempre piu' famiglie sono compromesse dall'usura a causa di un loro congiunto che le ha gettate in miseria per irrefrenabili abitudini di gioco d'azzardo'', denuncia monsignor Alberto D'Urso, segretario della Consulta Nazionale Antiusura, che spiega come le persone coinvolte siano piu' di quanto si possa calcolare perche' a venire allo scoperto sono in pochi. La Consulta collega direttamente la crescita del volume d'affari del gioco al ricorso all'usura, tanto da averlo denunciato di recente anche in Commissione Antimafia, durante un'audizione.
Le giocate crescono costantemente e per il 2011 la cifra viaggia verso gli 80 miliardi. Ma nelle casse dello Stato in proporzione entra sempre meno, nel 2004 gli italiani hanno puntato 24,7 miliardi e le entrate erariali sono state di 7,3 miliardi, nel 2010 a fronte di 61,4 miliardi giocati (quindi due volte e mezzo in piu') lo Stato ne ha ricavati 9. Questo perche' – secondo il sociologo Maurizio Fiasco, che ha rielaborato dati di Aams e ministero dell'Economia – negli anni si sono progressivamente abbassate le aliquote fiscali, fino ad arrivare a un prelievo minimo del 2% per esempio sulle videolottery o del 3% sul poker online, mentre giochi storici come il Lotto sono tassati al 24%.
Al di la' di questo, rimane il dato di fatto che ogni italiano spende mediamente oltre mille euro l'anno in scommesse, una somma destinata a salire che si avvicina al 10% dei consumi annui pro capite. A sentire le cifre, fornite durante un convegno, il sottosegretario Carlo Giovanardi ha reagito promettendo ''una proposta pratica per lanciare una campagna di dissuasione dal gioco e per utilizzare una percentuale dei proventi per finanziare le politiche della famiglia''. ''Perche' uno Stato non dovrebbe intervenire decisamente per contrastare il gioco se non ci sono benefici per il bilancio ma solo danni alle famiglie?'', ha concluso Giovanardi, che ha convocato la Consulta a Palazzo Chigi la prossima settimana per approfondire la tematica.
