
ROMA – Non c’è Halloween senza leggende di streghe e fantasmi. La notte del 31 ottobre conoscere qualche storia relativa a eventi paranormali può essere estremamente utile per “terrorizzare” le persone che stanno festeggiando insieme a noi. Se siete a corto di idee, ecco qualche suggerimento.
La leggenda del fantasma della regina Amalasunta. L’isola Martana, che si trova all’interno del lago di Bolsena (Viterbo), è legata al mistero dello spettro di Amalasunta, regina dei Goti, che secondo la leggenda, sarebbe ancora lì intrappolata. In seguito alla morte del padre Teodorico nel 526 d.c., Amalasunta divenne reggente del regno degli Ostrogoti a nome del figlio Atalarico, troppo piccolo per governare da solo. Dopo essere stata portata con l’inganno sull’isola, vi fu strangolata dal cugino e marito Teodato il 30 aprile del 535, un assassinio studiato a tavolino, che consentì a Teodato di assumere i poteri al suo posto. Ancora oggi c’è chi assicura che il suo fantasma vaghi durante la notte con le sembianze di una gradevole donna vestita di bianco. Impossibile non udire le grida di questa regina, odiata e ripudiata dai suoi stessi notabili, che mal tolleravano il governo di una donna.
La leggenda del fantasma di Messalina al Colosseo. Appena quattordicenne la giovane Messalina fu costretta, per capriccio dell’imperatore Caligola, a sposare il 40enne cugino della madre, Claudio, in carica dal 41 d.C. al 54 d.C. La sua vita irrequieta e dissoluta portò il marito a farla assassinare. Leggenda vuole che lo spirito di Messalina vaghi ancora al Colle Oppio, tra il Colosseo e il Foro Romano. Il suo fantasma si aggirerebbe di notte nella Capitale, quando la città dorme. Solo allora è possibile imbattersi nello spirito di questa donna lussuriosa alla continua ricerca di una nuova avventura con qualche uomo.
La leggende del fantasma di Carlina nel Duomo a Milano. Si narra che nella chiesa simbolo del capoluogo lombardo si aggiri una presenza paranormale: una donna vestita di nero da molti identificata come Carlina, vissuta in un’epoca non precisata a Schignano, vicino a Como. Nel suo paese era usanza far vestire le spose a lutto per ingannare il padrone della terra dove lavoravano, che così non poteva arrogarsi il famigerato ius primae noctis (consumare la prima notte di nozze con le giovani appena sposate). Il giorno delle nozze Carlina si recò in Duomo insieme al marito. Tuttavia la donna nascondeva un grande segreto: era incinta di un altro. Spaventata e stordita dalla situazione, si gettò nelle guglie della chiesa disperata. Sparì nel nulla, forse inghiottita dalle guglie stesse. Il fidanzato la cercò a lungo, ma niente, di lei non c’era più traccia.
La leggenda della strega Micillina. Si narra che verso la meta’ del ‘500 fosse vissuta in Piemonte una strega chiamata Micillina, bruciata sul rogo dopo un processo. La donna era in grado di uccidere le persone solo con lo sguardo e così fece con il marito e con il fornaio del paese. Il giorno che venne condotta sul luogo della condanna, si iniziarono a sentire strani rumori e dal cielo vennero giù tanti rotoli di spago. Erano le sue colleghe streghe che le dicevano “Attaccati, attaccati Micillina”, ma lei non poteva perche’ il prete di fianco le tirava addosso l’acqua santa. C’è chi assicura che le macchie del suo sangue che cadevano a terra mentre bruciava siano ancora visibili sul “Bric d’la masca Micillina”, il masso dove venne giustiziata.
La leggenda delle streghe di Benevento. Secondo quanto riportato dal sito Sannioturismo:
“(…) la città di Benevento sarebbe il luogo privilegiato dalle streghe che di notte si radunano intorno ad un noce sulle rive del fiume Sabato. La diffusione del mito delle streghe risalirebbe alla dominazione romana e al paganesimo. Tuttavia, la leggenda del noce di Benevento si sarebbe diffusa intorno al VII sec. durante la dominazione longobarda ed il regno del duca Romualdo. Infatti, nonostante i dominatori si fossero formalmente convertiti al cattolicesimo non rinunciarono mai completamente alla loro fede pagana.
In particolare si racconta che avessero iniziato a svolgere un singolare rito nei pressi del fiume Sabato: alcune donne urlanti giravano saltando intorno ad un enorme albero di noce da cui pendevano serpenti. Inoltre di frequente svolgevano un rito guerriero propiziatorio in onore del dio Wotan durante il quale alcuni guerrieri correvano in sella al proprio cavallo intorno ad un albero sacro a cui veniva appesa una pelle di caprone e la colpivano con le loro lance allo scopo di strapparne dei brandelli che poi mangiavano. I cattolici beneventani collegarono questi riti alla già diffusa credenza popolare nella stregoneria”.
