La risposta per capire se un matrimonio traballante ha ancora speranza o se ormai è davvero finita è nella scienza, secondo un libro appena uscito negli Stati Uniti, la scienza applicata ai rapporti di coppia.
Intitolato “The Science of a Happy Marriage”, il libro è stato scritto da una giornalista scientifica del New York Times, Tara Parker-Pope, curatrice della rubrica “Well”. A portarla a scrivere di un argomento (apparentemente) così poco scientifico è stata la frustrazione per la fine del suo matrimonio, durato ben 17 anni e poi naufragato come capita a tanti. E la constatazione del fatto che, tra centinaia di manuali sull’argomento, nessuno fosse in grado di dirle cosa era andato storto e perché. Di più, se sarebbe stato possibile prevedere tutto in anticipo.
Come era immaginabile in un Paese in cui circa il 50 per cento dei matrimoni finisce con un divorzio, il libro ha destato l’attenzione dei media, guadagnando recensioni – non sempre positive – su alcuni tra i maggiori quotidiani americani.
La palla di vetro. “Capire la scienza del matrimonio è come avere tra le mani una palla di vetro che ci consente di predire con sufficiente esattezza quali relazioni potranno funzionare e chi invece avrà più difficoltà a restare assieme”, assicura l’autrice nella prefazione.
Sommando i risultati di ricerche scientifiche sull’argomento – dalla neuroscienza all’etologia, dalla medicina generale alla sociologia – Parker-Pope arriva a stilare una “prescrizione per la salute coniugale”, “simile a quella che ci darebbe un dottore per la pressione alta”. Si tratta di una lista di sette strategie: piccoli accorgimenti che, in teoria, dovrebbero garantire il successo di una buona unione.
Una questione di strategia. La prima raccomandazione agli sposi è di “celebrare insieme le buone notizie”, pratica che la scienza coniugale definisce “capitalizzazione”. Ad esempio festeggiare insieme il successo di uno dei due coniugi, come una promozione al lavoro, una vittoria sportiva o una giornata particolarmente positiva. La seconda è di dimostrare alla/al partner che si è fieri di lei/lui, non solamente a parole, ma nei fatti. Cosa che ha una sua formula matematica, ed ecco qui la terza strategia. Secondo uno studio della University of Washington, infatti, occorrono cinque gesti “carini” ogni errore fatto. “Do marriage math” (Fate Matematica di Matrimonio), è la sintesi della lezione.
Gli altri segreti. Al quarto posto c’è la questione degli standard e delle aspettative. “Avere dal proprio matrimonio delle aspettative ragionevolmente alte aumenta la possibilità che un’unione abbia successo”, sintetizza l’autrice. Un altro aspetto importante è “non pretendere che sia il coniuge a renderci felici”. Questo perché la felicità, aggiunge, “è in gran parte una caratteristica innata degli individui”: darne la responsabilità all’altro sarebbe un errore madornale, un po’ come delegare la propria capacità di respirare.
Poi ci sono gli amici e il mondo esterno: “A volte, migliorare una relazione significa prendersi un break. Come? Aumentando le proprie connessioni con la famiglia, gli amici e la società”. Il tutto senza perdere di vista l’importanza di fare nuove esperienze e cose piacevoli insieme. A cominciare dal sesso, cui è dedicata la lesson number seven: “dimentica la lezione, metti via il libro e vai a fare sesso con tua moglie o tuo marito”.
Sesso e monogamia. Ebbene sì, il sesso. In un libro sui segreti del matrimonio, questo capitolo non poteva certo mancare. Ripercorrendo alcuni studi sulle abitudini sessuali degli animali, Parker-Pope ricorda che la monogamia, in natura, è un fatto estremamente raro. Solo il 5 per cento dei mammiferi la pratica, e “l’infedeltà è pressoché universale”.
Tuttavia non mancano casi particolari, come quello del topo della California, una specie i cui membri riescono a rimanere fedeli “anche di fronte a tentazioni più che spietate”. Oppure alcuni tipi di uccelli o di aragoste. Di fronte a tanta libertà, si capisce come mai gli esseri umani, prima del fatidico sì, arrivino spesso a chiedersi: “Siamo davvero fatti per passare tutta la vita con lo stesso compagno?”.
Ovviamente dipende dal vissuto della persona e – sembrerebbe – da cosa è scritto nel suo dna. Secondo diversi studi, infatti, ci sarebbero delle basi biologiche per la fedeltà, una sorta di predisposizione genetica che faciliterebbe alcuni soggetti piuttosto che altri.
I quiz: come mettersi alla prova. A supporto della sua ricostruzione scientifica, Parker-Pope dà al lettore la possibilità di sottoporsi a dei quiz. Nel libro ce ne sono vari: da “Qual è la tua risposta ai flirt?” a “Cosa vuoi dal tuo partner”, da “I motivi delle vostre litigate” a “Come valutare il vostro grado di rischio”.
Con una buona dose di fantasia – il presupposto è spesso quello di immaginare situazioni ai limiti del realistico – gli sposini più volenterosi possono sottoporsi al “test della scienza coniugale”. Salvo poi affidarsi comunque all’istinto: è lui, secondo Parker-Pope, a farci credere nell’amore o a salvarci dalla rovina. Anche più di una volta, se necessario.
