Nuova bufera sulla Chiesa cattolica irlandese con la pubblicazione di un rapporto governativo che riferisce di numerosi casi di copertura di abusi sessuali da parte di preti su minori nella diocesi di Cloyne, nella contea sud-orientale di Cork, nel periodo dal 1996 al 2009.
Ad essere direttamente chiamato in causa e’ un prelato che in passato opero’ anche in Vaticano, l’allora vescovo di Cloyne mons. John Magee, fattosi da parte nel 2009 (Benedetto XVI ne accetto’ le dimissioni il 24 marzo 2010) e in passato segretario personale di ben tre Papi, Paolo VI, Giovanni Paolo I, nonche’ Giovanni Paolo II all’inizio del pontificato.
Il rapporto pubblicato giovedi, che consta di 400 pagine, elaborato dalla Commissione di indagine sulla diocesi di Cloyne su come furono trattate le accuse contro 19 preti, evidenzia le mancanze nel riferire le denunce dei loro abusi alla polizia.
DUBLINO, IRLANDA – Il rapporto sostiene che il vescovo Magee, oggi 75/enne, non puo’ evitare le sue ”responsabilita’ dando la colpa ai sottoposti”, che non avrebbero riferite le segnalazioni di abusi (in tutto le vittime sarebbero state almeno 40) alle autorita’ pubbliche. In nessun caso, comunque, i preti sotto accusa vennero rimossi. Vengono anche riferite le ”preoccupazioni” che ci furono sulla ”interazione” tra lo stesso mons. Magee e un ragazzo di 17 anni, aspirante al sacerdozio.
Dopo la pubblicazione del rapporto Benedetto XVI ha gia’ espresso dolore e rammarico, e il primate d’Irlanda, cardinale Sean Brady, ha detto che questo e’ un altro ”giorno nero nella storia della risposta dei vertici della Chiesa al grido dei bambini abusati da uomini del clero”.
Il rapporto Cloyne, che e’ stato diffuso dal ministro della Giustizia Alan Shatter e dal ministro per l’Infanzia Frances Fitzgerald, ha subito suscitato forte scalpore sui media irlandesi e britannici, giacchè sostiene che la risposta della diocesi alle accuse di abusi sessuali nel periodo dal 1996 al 2008 fu ”inadeguata e inappropriata”.
Il rapportyo definisce poi ”rimarchevole” che il vescovo Magee avesse avuto ”poco o nessun interesse” nell’affrontare i casi di preti pedofili sacerdoti fino al 2008 e che avesse fino a un certo punto ”distaccato se stesso dalla gestione quotidiana dei casi di abusi sessuali sui minori”. ”Il vescovo Magee era a capo della diocesi e non poteva evitare le sue responsabilita’ dando la colpa ai sottoposti che egli aveva del tutto mancato di dirigere e sorvegliare”, spiega il rapporto.
La Commissione di indagine – riferisce la Bbc – afferma che si era al corrente di circa 40 persone che potrebbero essere state vittime di abusi di preti nella diocesi, e che tutte le denunce tranne due vennero da persone che erano gia’ adulte quando le fecero. Il rapporto dice anche che tra il 1995 e il 2005 ci furono 15 denunce contro il clero che avrebbero dovuto essere inoltrate.
La mancanza piu’ grave secondo la commissione e’ il non aver riferito i due casi in cui le presunte vittime erano ancora minori al momento della denuncia. Si apprende inoltre che nulla venne comunicato a una diocesi vicina quando un prete che si era dimesso in seguito alle denunce vi si trasferi’. Comunque, in nessun caso la diocesi rimosse preti contro cui erano state mosse delle accuse.