Il coperchio di uno scatolone di cartone è sollevato e quattro archivisti che guardano dentro. Un pacchetto inviato da Parigi. Chi l’ha mandato? Un pezzo di torta nuziale ammuffita. Di chi è? Un altro scatolone: 17 mila dollari in contanti. Un altro ancora: un poster firmato di Jacqueline Kennedy Onassis nuda come mamma l’ha fatta.
Questi sono tra i numerosi oggetti recuperati dagli archivisti che devono frugare in 610 scatole di cartone, schedari e contenitori da essere spediti via mare che contengono quello che per la gente comune sarebbe poco più che spazzatura ma che non lo è affatto perchè si tratta di oggetti collezionati da Andy Warhol.
Gli archivisti, assunti con 600 mila dollari pagati dalla Andy Warhol Foundation hanno tempo sei anni per esaminare meticolosamente tutto quello che trovano, dalla ricevuta di un taxi alle lettere di ammiratori e ammiratrici, catalogare ogni cosa e inserire tutto in un data base. ”Evidentemente Andy non era una persona ordinata”, ha dichiarato Matt Wrbican, che sovrintende al progetto.
Ma come è finito il poster di Jackie Kennedy nuda nella collezione di Warhol in fondo ad uno scatolone? Il poster ha anche una dedica: ”Per Andy, con eterno affetto, Jackie Montauk”. Racconta Wrbican, che fatto autenticare la dedica da esperti, che Jacqueline si recava spesso a trovare Warhol nella sua tenuta sul mare a Montauk, New York.
Poi un giorno, il secondo marito di Jackie, Aristotle Onassis, lasciò che dei paparazzi in una località imprecisata scattassero foto della moglie mentre faceva il bagno nuda. Jackie si procurò una negativa, la fece ingrandire e qualche tempo dopo la spedì a Warhol che la mise in uno dei suoi scatoloni, dimenticandosene.
