ROMA – Entro il 2100 meta' delle 7 mila lingue parlate nel mondo potrebbe sparire, ma ad evitarlo potrebbe correre in aiuto la tecnologia: i ricercatori del progetto Enduring Voices promosso dal National Geographic stanno preparando i 'Dizionari Parlanti' destinati a preservare suoni e parole, e hanno presentato i primi otto al meeting della American Academy of Arts and Sciences in corso a Vancouver.
I dizionari contengono piu' di 32 mila vocaboli e 24 mila audio delle relative pronunce registrati durante spedizioni in tutto il mondo, oltre a fotografie di oggetti culturalmente rilevanti. Fra i primi idiomi salvati in questo modo c'e' ad esempio il Koro, un dialetto parlato da poche centinaia di persone nel nord dell'India o il Siletz Dee-ni, parlato da alcune tribu di nativi americani dell'Oregon di cui si conosce soltanto una persona ancora in grado di ricordarlo: "Queste lingue sono minacciate dai cambiamenti culturali, dalla vergogna etnica, dalla repressione governativa – spiega David Harrison dello Swarthmore College, uno degli autori – per fortuna le comunita' le cui lingue sono in pericolo stanno adottando le tecnologie digitali per far sentire la propria voce nel mondo. Questo e' un effetto positivo della globalizzazione".
Secondo i dati dell'Unesco, che ha proclamato il 21 febbraio come 'Giornata mondiale della lingua madre', ogni due settimane scompare un dialetto nel mondo. I paesi con piu' lingue a rischio sono India (198), Usa e Brasile (190). Gli 'hotspot' della diversita' sono invece 8, che contengono il 50% degli idiomi conosciuti: Papua Nuova Guinea (832), Indonesia (731), Nigeria (515), India (400), Messico (295), Camerun (286), Australia (268) e Brasile (234).
