Il primo motivo per cui si litiga è che non c’è da fidarsi. Chiami un call-center della società che ti fornisce un servizio e quasi mai avrai soddisfazione, anche se il servizio è inefficiente o troppo costoso rispetto al pattuito. Il tuo treno arriva in ritardo, vai alla biglietteria per il risarcimento e scopri che il tuo treno è sì in ritardo ma, guarda caso, quasi mai per colpa di Trenitalia. Quindi niente rimborso. Volano “cartelle pazze” e nessuno le ferma. Insomma la Pubblica amministrazione e l’azienda privata se ne fregano e, come e quando possono, ti fregano.
Il secondo motivo per cui si litiga è che tu lo sai che ti fregano e quindi provi a fregarli. Per autodifesa, ma anche prendendoci gusto. La lite, giudiziaria o para giudiziaria, non è solo l’estrema e unica risorsa di chi ha ragione ma non trova ascolto. E’ anche l’espediente di successo, il rifugio di chi ha torto. Per avere una sentenza ci vogliono anni, quindi anche e soprattutto chi ha torto in primis non paga. Meglio, molto meglio “buttarla in causa”. Causa che durerà in eterno perchè gli avvocati la tirano in lungo per mestiere, sono pagati ad udienza. Perchè la Giustizia accumula inefficienza e pratiche inevase.
Tre milioni e mezzo di liti nuove ogni anno hanno formato una montagna dove sotto è rimasto sepolto il diritto di chi ha ragione e la pena di chi ha torto. L’Italia litiga, anche con se stessa.