La soglia-record traballava da un po’, ma solo ora la notizia ha il crisma dell’ufficialitĂ : per la prima volta nella sua storia l’Italia ospita
sul suo territorio piĂą di 60 milioni di residenti. Pericolo di sovraffollamento? Niente affatto. Anzi, secondo l’Istat l’incremento demografico dai 50 ai 60 milioni è avvenuto molto piĂą lentamente rispetto al passato: ci sono voluti circa 50 anni, contro i 33 per il passaggio da 40 a 50 milioni (dal 1926 al 1959) e i 30 anni per il passaggio da 30 a 40 milioni (tra il 1896 e il 1926).
Come segnala l’Istituto di Statistica, i 488.003 abitanti in piĂą che hanno consentito di ‘sforare’ quota 60 milioni, dipendono “interamente dalla dinamica migratoria”. Nel periodo 2002-2008, infatti, il rapporto tra nascite e morti risulta negativo per 67 mila unitĂ , mentre il saldo migratorio con l’estero stima in circa 2 milioni e 400 mila i nuovi residenti in piĂą provenienti da altri Paesi. Il rapporto è ora di 5,8 stranieri ogni 100 residenti. Nel 2007 sono nati 563.933 bambini (di cui oltre 60 mila stranieri), 3.923 in piĂą rispetto all’anno precedente. Anzi, erano 15 anni che non si registrava un numero così elevato di nascite.
Sull’altro versante, Italia sempre piĂą ‘Paese della longevitĂ ’: questo significa, dati alla mano, che il 20,1% della popolazione ha oltre 65 anni (erano il 17,8% nel 1999), mentre i giovani sotto i 18 anni sono il 17% (erano il 17,6% nel 1999). Risultato: l’etĂ media degli italiani sale a oltre 43 anni. Aumenta lentamente anche la speranza di vita alla nascita, pari oggi a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 anni per le donne: diminuisce dunque il margine di vantaggio delle donne quanto ad aspettativa di vita.
