Editoria. Giornali Usa si salvano facendo pubblicità alla marijuana

Quando è arrivato nelle edicole di Colorado Springs, Colorado, l’ultimo numero di ReLeaf, un supplemento estraibile del quotidiano The Colorado Springs Independent, tutto dedicato alla marijuana terapeutica, le copie del giornale sono andate come al solito a ruba. Quarantotto pagine piene zeppe di annunci pubblicitari per attività commerciali con nomi tutti collegati, in una maniera o nell’altra, alla vendita di erba: Mile High Mike, Happy Buddah, Healty Connections.

Un’intera pagina di pubblicità su ReLeaf costa 1.100 dollari (800 euro), il che rende il supplemento una sorta di gallina dalle uova d’oro per l’Independent, che ha usato il flusso di soldi proveniente dalla pubblicità all’erba per assumere un nuovo giornalista ed assegnare il tempo pieno a tre membri della redazione in precedenza a tempo parziale.

Cosa accadrà in molte località che consentono la marijuana terapeutica è un acceso argomento di dibattito. Ma molti prevedono che essa sarà una manna per i giornali locali che cercano in tutti i modi di combattere gli effetti della recessione e l’assottigliamento delle entrate pubblicitarie, specialmente
quella degli annunci economici che stanno fuggendo vero Craiglist.

In stati come il Colorado, la California e il Montana, dove la marijuana terapeutica è legale, i giornali – in particolare i settimanali alternativi- hanno fatto le corse per chiedere pubblicità alle aziende piene di soldi che vendono l’erba e che sono impazienti di diffondere il loro nome.

”La marijuana terapeutica costituisce entrate molto al di là delle nostre aspettative”, dice John Weiss, fondatore e editore di The Independent, un setimanale gratuito. ”Un anno fa non era nemmeno presa in considerazione, ma ora rappresenta il 10 per cento delle nostre entrate”.

Giornali locali e settimanali alternativi non sono gli unici ad approfittare di questa inaspettata forma di reddito. Lo fanno anche quotidiani tradizionali come The Denver Post and the Bozeman Daily Chronicle in Montana.

”Il mio punto di vista – dichiara Stephanie Pressly, editrice del Daily Chroniche – è che finchè è legale non c’è nulla di male, e che ora incassiamo 7.500 dollari al mese con la pubblicità dell’erba terapeutica. Non una piccola cosa”

Gli editori di giornali hanno colto l’opportunità dopo che l’amministrazione del presidente Barak Obama ha annunciato l’anno scorso che non perseguirà i consumatori e i fornitori di erba a condizione che rispettino le leggi dei singoli stati.

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lgermini