ROMA – La moda non e' solo quel rutilante mondo che i piu' legano a modelle, copertine e passerelle. Ma e' il piu' grande misuratore dei cambiamenti sociali in atto. Cosi' la moda di Altaroma ieri ha puntato su periodi storici dell'arte che vanno dal Barocco al Deco', ma non ha trascurato i temi sociali del momento, ricordando attraverso la sfilata con spose gay di Giada Curti, le battaglie della comunita' omosessuale nel mondo per ottenere la liberta' di unirsi in matrimonio con i propri partner.
Giada Curti ha scelto infatti come musa ispiratrice della sua nuova collezione la pittrice degli anni Trenta Tamara De Lempicka, di cui si ricordano gli amori lesbici. Nel finale della sua sfilata sulla Rampa Mignanelli, che si affaccia sul suo atelier inaugurato di recente, Giada Curti ha deciso di completare l'opera, mandando in scena anche due spose lesbiche, una in abito bianco tradizionale e l'altra in smoking nero.
La stilista, sposata con un uomo e con prole, ha avuto anche la delicatezza d'invitare al suo defile' una coppia gay conclamata, ovvero la parlamentare Pd Paola Concia e la sua compagna Ricarda Trautman, che hanno accettato subito l'invito. Anzi, la deputata del partito democratico ha anche voluto ringraziare la stilista affermando che: ''la moda registra i cambiamenti della società più della politica, che li dovrebbe governare. Il Palazzo è chiuso a certi argomenti. All'estero sono più coraggiosi. Da noi fa scandalo la pubblicità di Ikea. Giada Curti è molto coraggiosa. Trovo che sia positivo che la moda condivida le nostre battaglie. Dimostra che il nostro paese è prontissimo ai cambiamenti. Mentre il Palazzo è chiuso". Il gesto di coraggio di una donna della moda e' stato apprezzato anche da Aurelio Mancuso, leader storico della comunita' gay italiana e presidente dell'associazione Equality Italia, che ha ricordato invece quanto gli stilisti gay tacciano sull'argomento.
Giada Curti ha rievocato l'affascinante artista degli anni Trenta, la cui mostra è stata ospitata dal Museo del Vittoriano attraverso uno stile Deco' lineare. Satin, douchesse e organza nelle nuance del verde salvia, marrone cacao, viola, e dell'immancabile nero, danno vita a venti abiti da sera. La stilista ha giocato con il tulle, lo ricama con pizzi francesi, cristalli swarovski e pietre dure, intarsi di crine e rouches, drappeggi, volumi, trasparenze seducenti. Nel finale la sua sposa manifesta la voglia d'indipendenza e il rifiuto di ogni cliché, recuperando la tradizione del pizzo bianco avorio e sfilando al fianco di un'altra sposa in abito maschile. Una conclusione che vuole ricordare e festeggiare le prime nozze gay celebrate a New York lo scorso 25 giugno. Ieri e' stata la volta anche del barocco romano dello stilista siriano Rami Al Ali e dello chic anni Sessanta pensando a Capucine del napoletano Nino Lettieri. Anche le scuole hanno presentato i loro final work. In pedana l'accademia di Costume e Moda, la Koefia e lo IED.