Quel che è certo è che adesso l’ipotesi ha avuto i crismi della scoperta: la sostanza ha effettivamente un potere anti-angiogenesi, blocca cioè lo sviluppo dei vasi sanguigni che il cancro crea per nutrirsene.
In particolare dallo studio, condotto in alcuni Hospice per malati terminali di Strati Uniti e Canada si è visto che la vita dei pazienti curati con morfina e derivati ancor prima che il dolore comparisse si allungava rispetto alle attese e acquistava una migliore qualità.
La sperimentazione sulle cavie ha confermato l’ipotesi: se somministrata in dosi clinicamente rilevanti, la morfina in modo significativo la crescita del cancro, riducendo la ramificazione dei vasi sanguigni tumorali. Se darà gli stessi risultati anche sugli uomini, potrebbe essere finalmente un caso di farmaco anti-tumorale efficace e a basso costo. Sempre che la demonizzazione non abbia la meglio.