ROMA – Non ci guardiamo più negli occhi e la colpa è di smartphone e tablet. Il cosiddetto contatto visivo è ormai roba da pre-cyber story. Prima che siano trascorsi i 7-10 secondi ritenuti idonei a stabilire una connessione, lo sguardo è già puntato altrove, o meglio è ritornato sullo schermo del telefonino. Secondo il Wall street Journal, il tempo trascorso in connessione visiva con il proprio interlocutore è sceso al 30-60 percento, mentre prima era al 60-70%. Una barriera a posizionare il proprio sguardo negli occhi dell’altro sono proprio i cellulari intelligenti, che consentono il multitasking.
Quante volte vi siete imbattuti in conversazioni con persone che smanettavano ininterrottamente col cellulare senza mai distogliere lo sguardo dallo schermo? Il problema è che senza contatto visivo viene meno automaticamente la connessione emotiva e risulta sempre più difficile potersi fidare del proprio interlocutore. Lungi dal voler fare i romanticoni, il punto è che è in atto l’ennesima metamorfosi socio-collettiva e le conversazioni si adattano alla tecnologia.
Il Wall Street Journal riporta uno studio realizzato da Quantified Impressions, società texana che analizza la comunicazione. E’ stato osservato il comportamento di tremila candidati mentre parlavano faccia a faccia o in situazioni di gruppo. Il trend è palesemente quello della disconnessione visiva: “Nella fascia di età tra i 20 e i 30 anni – spiega il presidente di Quantified Noah Zandan – è diventato culturalmente accettabile parlare al telefono e controllare i risultati di una partita durante la cena”.
L’ideale, secondo Ben Decker di Decker Communications di San Francisco, sarebbe di guardare l’interlocutore negli occhi per sette-dieci secondi alla volta nel corso di una conversazione faccia a faccia e tre-cinque secondi in una discussione di gruppo.
“Distogliere lo sguardo prima – ha spiegato Decker – segnala nervosismo, scarsa conoscenza del soggetto, inaffidabilità”. Altrettanto vale per il contrario: troppo “eye contact” può creare problemi, far sembrare l’individuo aggressivo, emotivamente vuoto o scarsamente autentico. In un contesto sociale, manda il segnale di un interesse romantico o è semplicemente inquietante.
C’è poi la tendenza al telelavoro, che ha abituato molte persone a parlare senza bisogno di guardare in faccia l’interlocutore. Dana Brownlee, fondatore di Professionalism Matters, una società di addestramento per manager di Atlanta osserva che il contatto visivo resta enormemente importante per influenzare il flusso di un discorso. Guardare un collega mentre parla trasuda fiducia e rispetto. Puntare gli occhi su un avversario durante una discussione lascia capire che non si ha intenzione di cedere terreno.
È infine un indice di status sociale: secondo una ricerca del 2009 i top manager di un’azienda o di una istituzione tendono a guardare negli occhi le persone con cui lavorano molto più dei loro dipendenti.