MILANO – Passi per i cappotti e i maglioni di cachemere, che comunque restano costosi. Ma persino sciarpe, tanga e reggiseni rossi, anche se scontati del 50%, rimangono invenduti negli scaffali e tristemente esposti in vetrina. La crisi continua a farsi sentire, e i saldi invernali non sono serviti a dare una sferzata di entusiasmo.
Già i mesi di novembre e dicembre avevano fatto registrare una pesante flessione rispetto all’anno precedente nelle vendite. Neanche il “rosso”, colore tradizionalmente indossato a Capodanno per garantirsi la fortuna per l’anno nuovo, è riuscito a scalfire il calo degli acquisti, che si è attestato attorno al 10-15%. Il consuntivo di dicembre della Fismo (la Federazione Italiana Settore Moda) mette in luce infatti che si è registrata una diminuzione del 10% rispetto allo stesso periodo del 2009.
In occasione dei saldi, iniziati il 6 gennaio in quasi tutte le regioni, gli italiani hanno comperato per la maggior parte capi di utilità e di prezzo unitario inferiore alla media degli anni precedenti. Quasi il 40% dei consumatori si è orientato ad effettuare acquisti nei negozi tradizionalmente frequentati per potere avere un raffronto preciso tra prezzo originario e prezzo scontato e poter contare sulla disponibilità dell’esercente per quanto riguarda il cambio merce.
Anche nella città delle sfilate il bilancio del periodo di sconti è stato costellato di luci e ombre. Risultati buoni sono stati ottenuti nelle tradizionali vie della moda, come Montenapoleone, e nei negozi con marchi di forte richiamo come Gucci, Prada, Armani; Versace. I principali problemi sono sorti nella rete di vendita tradizionale, dove il bilancio complessivo è stato decisamente meno brillanti.
I fattori principali che hanno frenato gli italiani dal gettarsi a piovra sulla merce scontata sono stati il livello di fiducia in netta flessione e la perdita di potere d’acquisto delle famiglie. Il reddito medio disponibile di un nucleo familiare infatti è calato del 4,1% al Nord e del 2,7% nel resto d’Italia. Il rallentamento della domanda è stato quindi assolutamente inevitabile. “E’ tempo di dare una vera scossa all’economia – sostiene il presidente di Confesercenti Milano Toffetti – poiché il rilancio dei consumi interni è decisivo per la ripresa economica, che fatica ad arrivare”.
Per Confesercenti occorre agire subito sull’abbattimento della pressione fiscale che grava sulle imprese, sul lavoro e sulle famiglie in modo eccessivo. Così da consentire a gonne di lino, giacche estive e sandali di venir acquistati il prossimo luglio più a cuor leggero.