L’iniziativa, che richiede 7 mila firme prima di essere inserita nella scheda elettorale, definirebbe un reato ”circoncidere, asportare, tagliare o mutilare gli organi genitali di tutti i minorenni” indipendentemente da appartenenze religiose.
L’autore della proposta, Lloyd Shofield, dice: ”La decisione di rimuovere permanentemente il prepuzio di un ragazzo non dovrebbe essere affidata ai genitori”. E prosegue: ”la gente può praticare qualsiasi religione, ma le pratiche religiose terminano quando hanno a che fare con il corpo di qualcuno. Si tratta del corpo di un uomo, e il suo corpo non appartiene nè alla sua cultura, nè al suo governo, nè alla sua religione e neanche ai suoi genitori. La decisione deve essere sua”.
Ma non tutti sono d’accordo con Shofield. ”E’ una scelta che riguarda nostro figlio, e il governo non può intervenire in tutto quello che facciamo”, controbatte in una intervista alla Cbs Heather Wisnicky, una madre di Sacramento. ”Io ho fatto circoncidere mio figlio tre settimane fa. E’ una questione di salute e di pulizia”.
Lo scorso luglio un ricercatore del Centers for Disease Control ha pubblicato statistiche secondo cui nel 2009 solo il 32 per cento dei ragazzi americani sono stati sottoposti alla circoncisione. E sebbene il dato non include gli interventi eseguiti al di fuori di istituzioni sanitarie, è pur sempre un drastico calo dal 56 per cento dei ragazzi che soo stati circoncisi tre anni fa, nel 2006.
Certi sostenitori della circoncisione affermano che essa può contribuire a limitare il diffondersi dell’Aids e che è più igienica. I contrari affermano che la pratica è dolorosa e riduce il piacere sessuale.
Il Centers for Disease Control non ha ancora fatto sapere se è favorevole o contrario alla proposta di Shofield.