ROMA – Separati. Figli, soldi, casa, come evitare la guerra. I consigli del giudice. Alla fine di un matrimonio, al trauma della separazione non è necessario aggiungere la coda estenuante di un contenzioso infinito e snervante. Forse, prima che all’avvocato, da preferirsi quando l’accordo con il proprio ex è davvero impossibile, è meglio ascoltare i consigli del giudice.
Il Sole 24 Ore ha proposto una specie di piccolo decalogo dove sono fissate regole minime e consigli giuridici per sapere in anticipo cosa si può ragionevolmente esigere e cosa non è lecito pretendere per giungere con reciproca soddisfazione a una separazione consensuale che eviti una “guerra dei Roses” distruttiva per entrambi quando si tratta di decidere l’affido dei figli, l’assegnazione della casa, la ripartizione del patrimonio. I consigli del giudice aiutano a capire le conseguenze di una firma, a non coltivare aspettative infondate, a prevenire delusioni.
Rate mutuo. La sentenza 4210/2014 della Corte di Cassazione stabilisce che l’intesa raggiunta con la sottoscrizione della separazione consensuale regola tutti i rapporti pendenti, inclusi eventuali crediti di una controparte. E’ il caso di una donna che aveva ottenuto dall’ex il pagamento delle rate del mutuo non versate. L’ex marito, che aveva firmato l’accordo per la divisione dei soldi ricavati dalla vendita dell’immobile, aveva fatto ricorso fino al terzo grado di giudizio, perché pretendeva il rimborso dei dei soldi impiegati per l’acquisto di casa. La Cassazione ha respinto il ricorso: l’accordo esclude controversie successive.
Assegno di divorzio, decide il giudice. La sentenza 2948/2014 della Cassazione stabilisce che per l’eventuale assegno divorzile solo il giudice può decidere. Nel caso concreto, la Cassazione ha respinto il ricorso di un marito contro il riconoscimento di un’assegno alla ex moglie nonostante in prima battuta, avesse firmato un accordo in cui rinunciava all’assegno. Per la Cassazione non conta, perché solo il magistrato può verificare le reali condizioni economiche delle controparti. Eventuali patti coniugali precedenti non esimono il giudice dal poter decidere diversamente.
Un prestito va restituito. La scrittura privata che prevede, in caso di separazione, la restituzione dei soldi prestati è valida. Lo dice la Cassazione (sentenza 19304/2013) che ha ribadito le sentenze emesse dai giudici negli altri gradi di giudizio: il caso riguardava un marito che è stato condannato definitivamente a corrispondere alla ex moglie i venti milioni per l’acquisto della casa.
Patrimonio ai figli. Si può, di comune accordo durante la separazione, trasferire beni ai figli. Non è ammesso quindi solo l’istituto della donazione. La sentenza 21736/2013 della Cassazione omologa la convenzione dei coniugi che includeva il conferimento di beni ai figli a titolo gratuito senza l’obbligo del mantenimento dei figli stessi.
Un creditore può bloccare la cessione della casa. La sentenza 1672/2013 del Tribunale di Reggio Emilia stabilisce che un creditore può bloccare tramite azione revocatoria il trasferimento della proprietà della casa al coniuge. E’ successo che il Tribunale ha dato ragione a una banca creditrice della società di cui il coniuge era fidejussore. L’accordo tra i coniugi nella separazione consensuale non vale di fronte alle richieste del creditore. La revocatoria blocca il trasferimento, la banca si prende la casa.