Sorpresa: i “bamboccioni” non sono solo made in Italy. In Inghilterra un report dell’Ufficio di statistica nazionale informa che i giovani che vivono con i genitori hanno raggiunto una percentuale mai vista da venti anni. Negli Usa è nato il fenomeno dei “figli boomerang”, escono di casa ma ci ritornano. In Canada i giovani sotto i 30 anni che restano con i genitori sono passati dal 32 per cento al 43,5 per cento. In Spagna l’età media per tentare l’autonomia ha superato la soglia dei trenta. In Svezia al di sotto dei 27 anni c’è un 21 per cento di giovani che non lascia mamma e papà. Insomma, non è un vizio italiano e l’Italia non è sola.
Né potrebbe esserlo perché quel che impropriamente chiamiamo “bamboccioni” è la conseguenza diretta di due fenomeni economici che riguardano tutti i paesi occidentali: la “bolla edilizia” che ha gonfiato i prezzi delle case e degli affitti e la flessibilità del lavoro scivolata e degenerata in precarietà dei redditi. Con 800/1000 euro al mese e non per tutti i mesi una casa diversa da quella dei genitori non la si paga.
Però in Spagna ci sono gli “affitti di emancipazione”, cioè contributi pubblici ai giovani che affittano casa. In Francia si progettano “case per la condivisione”, cioè alloggi costruiti in modo che ci si possa vivere in più d’uno senza negare l’un l’altro la privacy e i servizi. In Svezia si lavora al “piano casa” con affitti controllati per i giovani. In Italia nulla di tutto questo, in Italia i “bamboccioni” sono lo Stato, i governi e la pubblica opinione che restano immobili nella casa e nella società del tempo che non c’è più.
