LONDRA – Linea dura del governo inglese contro gli squatter. Un fenomeno che soprattutto a Londra, come nelle altri maggiori capitali europee, ha preso piede già da tanti anni. A Parigi, a Berlino, a Londra si possono a volte vedere interi piani di case in cui le finestre sono come occhi ciechi, coperte da cima a fondo di mattoni, per evitare che un intruso sgradito occupi la casa.
Nelle grandi città dell’Europa, dove le opportunità di lavoro spesso affiancano la povertà più estrema, una casa in cui abitare può essere un lusso. A Parigi e a Londra specialmente i prezzi delle case hanno negli ultimi anni raggiunti dei livelli iperbolici. E la crisi, accompagnata dai tagli al welfare, non fa che peggiorare le cose. Sempre più persone senza casa cercheranno di conseguenza di trovarsi un’abitazione con i mezzi a loro disposizione. Semplicemente intrufolandosi in un appartamento dove non sembra abitare nessuno.
La situazione a Londra è particolarmente tesa. Qui affittare un appartamento è un’impresa economica a volte ardua, soprattutto per i ceti bassi e gli immigrati. L’ironia della sorte, o la spietatezza del sistema, vuole poi che decine di migliaia di case siano, nella stessa metropoli, disabitate da anni, trascurate da padroni facoltosi.
La conseguenza è che negli ultimi anni le occupazioni abusive sono aumentate esponenzialmente. Addirittura il fenomeno si è talmente generalizzato che esistono nella città inglese diverse associazioni che offrono consulenza giuridica agli abusivi e che hanno elaborato una carta dei diritti degli squatters. Un sito propone perfino un censimento di abitazioni disabitate che potrebbero essere disponibili per le occupazioni.
Se la maggior parte degli occupanti sono realmente dei senzatetto, esiste anche una parte di questo fenomeno che poggia la sua azioni su motivazioni politiche, la protesta contro il governo oppure il diritto ad un alloggio gratuito.
Nel marzo 2011, quando la guerra in Libia era cominciata da appena un mese, un gruppo chiamatosi «Rovescia i tiranni» ha occupato un immobile nel nord di Londra, dal valore di 17 milioni di euro, di proprietà di Saif al-Islam, il figlio di Muammar Gheddafi. Un mese prima era stata occupato la casa nel centro di Londra di Guy Ritchie, regista ed ex marito di Madonna. Il gruppo di squatters responsabile dell’azione aveva affermato di voler istituire nella casa dal valore di 6 milioni di sterline una scuola libera dove insegnare tarocchi, occupazione di case e come utilizzare i trasporti pubblici senza pagare.
Ma non sono solo i ricchi e i vip a pagare le spese dell’insostenibile situazione immobiliare di Londra. La legge inglese prevede una procedura legale macchinosa per scacciare gli occupanti illegali e gli squatters spesso sanno approfittarne. I giornali hanno spesso raccontato storie come quella della donna nell’Est di Londra che aveva ingaggiato degli operai che, alla fine dei lavori, le hanno annunciato che non avevano intenzione di andarsene dalla casa dipinta.
Oppure dell’agente immobiliare che, mentre mostrava un appartamento, è precipitosamente sceso in strada quando qualcuno gli gridato che gli stavano scassinando la macchina. Tornato indietro, i falsi affittuari avevano già preso possesso dei luoghi.
In questo contesto, il governo inglese ha deciso di indurire la sua linea e permettere ai proprietari di cacciare più facilmente gli occupanti illegali. Oggi, chi commette un intrusione in una proprietà privata compie un reato passibile di un processo civile. Da domani, se la legge proposta passerà alle camere, le stesse infrazioni diverranno un crimine. Il passaggio alla procedura penale velocizzerà in maniera automatica le procedure per sfrattare gli inquilini indesiderati.
Il problema degli occupanti sarà, forse, risolto. Resterà quello di una città dove le ineguaglianze non fanno che aggravarsi e dove qualcuno può permettersi di avere delle case sfitte e qualcuno non ha nemmeno un tetto sopra la testa.