Secondo quanto riporta l’Agi, la mammografia d’ora in poi dovrà essere ‘su misura’: l’aver o meno avuto figli, l’assunzione della terapia ormonale sostitutiva, la presenza di uno o più casi di tumore al seno in famiglia, fattori che diventeranno criteri per dividere le donne in tre categorie di rischio.
Resta invariato l’iter per chi non presenta fattori critici; per gli altri casi, andranno previste corsie preferenziali e l’utilizzo di nuove tecnologie, come la mammografia digitale. Ecco la proposta degli esperti, riuniti oggi e domani al convegno ‘International Meeting on New Drugs in Breast Cancer‘ all’Istituto Regina Elena di Roma.
«Lo screening ha consentito di ridurre la mortalità del 50%, è necessario ora rinnovare i criteri, indicazioni oramai condivise da tutto il mondo scientifico», spiega il professor Francesco Cognetti, direttore dell’oncologia medica del Regina Elena e presidente del convegno.
«Le nuove indicazioni sono già allo studio della Commissione Prevenzione e Screening del Ministero: la proposta del relatore, il professor Alessandro Del Maschio, del San Raffaele di Milano, diventerà al più presto operativa», conclude Cognetti.
Il provvedimento mira a ridurre i 12mila morti che il tumore al seno causa ogni anno nel nostro paese, su 38mila nuovi casi. Se si interviene ai primissimi stadi, infatti, la sopravvivenza raggiunge il 98%.