SAN FRANCISCO, STATI UNITI – La catena americana leader di ristoranti per bambini Chuck E. Cheese’s e’ coinvolta in uno scandalo sullo sfruttamento del lavoro minorile. Nove punti vendita del gruppo che si trovano nell’area della San Francisco Bay sono infatti finiti nelle maglie della giustizia, con multe di 28 mila dollari ciascuno, per aver costretto alcuni dipendenti al di sotto dei 18 anni a compiere operazioni considerate ”particolarmente pericolose”.
Tra queste, la conduzione di macchine per il trattamento dei rifiuti e di robot per l’impasto di pane e pizza. Secondo quanto riferito da The Huffington Post a lanciare l’allarme dopo una denuncia e’ stato il Dipartimento del Lavoro, il quale ha fatto sapere in un comunicato che Chuck E. Cheese’s, famosa per il suo motto ”dove un bambino puo’ essere un bambino”, ha violato la legge federale – un reato grave – sulla trasparenza degli ambienti di lavoro, mettendo a rischio l’incolumita’ di sedici giovanissimi dipendenti, e che dovrà affrontare le conseguenze.
”I datori di lavoro hanno l’obbligo di garantire la sicurezza”, ha detto Ruben Rosalez, del Labor Department’s Western Wage and Hour Division. La societa’ non ha rilasciato nessun commento sulla vicenda ma l’agenzia del Lavoro ha fatto sapere che la Chuck E. Cheese’s ha accettato di rispettare le norme federali in materia di lavoro minorile e pagato le sanzioni civili.Â
La legge sugli standard lavorativi stabilisce che, a parte il settore agricolo, nessun giovane al di sotto dei 14 anni può lavorare nei settori manifatturari, minerari o essere impiegato per lo svolgimento di ”lavori pericolosi”.
Lo scandalo della Chuck E. Cheese è scoppiato dopo che l’attenzione nazionale è stata attratta dal candidato repubblicano alla presidenza Newt Gingrich, ex-speaker della Camera, il quale ha proposto di impiegare i bambini poveri per la pulizia delle loro scuole affinchè imparino ”cosa significa lavorare”.
Questo non è il primo scandalo che ha investito la catena di ristoranti per bambini quest’anno. Lo scorso luglio in uno dei ristoranti è stata scattata una foto, poi finita nelle mani della polizia, in cui un impiegato faceva un gesto osceno accanto ad un bambino. Nel 2010, un dirigente della catena è stato accusato e condannato per essersi rivolto alle impiegate con commenti sessisti e spregiativi.