La performance delle candidate nel corso dei marine sara’ attentamente esaminata nell’ambito di uno studio per valutare la possibilita’ di consentire alle soldatesse di accedere a piu’ ampi e duri ruoli di combattimento. Ma da quanto scrive il New York Times, le fatiche descritte nel film di Ridley Scott sembrano quasi ‘una passeggiata nel bosco’, rispetto alla realta’.
Precisando che agli stessi militari non e’ consentito parlare del corso, un giornalista del Nyt ha potuto seguirne la settimana scorsa una fase, il ‘Combat Endurance Test’; forse anche perche’ lui stesso vi ha partecipato nel 1988, quando al primo giorno uno dei suoi compagni, considerato tra i piu’ in forma, ebbe un infarto e mori’.
Il Corpo dei Marine non si aspetta un gran numero di volontarie, anche se alcune gia’ si sono fatte avanti. Le donne sono circa il sei per cento del totale dei marine, ma la natura, e la fama del corso, che dura 86 giorni, e’ un grande deterrente, e non solo per le donne. Durante le fasi operative, agli allievi non e’ consentito aiutare i compagni. E’ proibito parlare, tranne che agli ufficiali superiori. ”Solo chi e’ ferito puo’ parlare”, come precisano gli ispettori, aggiungendo pero’: ”legittimamente ferito”, ovvero, ad esempio, ”con un osso che esce dalla gamba”.
Durante tutto il corso gli studenti devono portare sempre con se’ tutte le loro armi e equipaggiamento, che diventano per loro sempre piu’ pesanti. ”Siamo un Corpo che si muove soprattutto a piedi”, sottolinea il colonnello Scott Cuomo, direttore del corso, aggiungendo che e’ necessario che i marine siano capaci di portare il loro equipaggiamento in battaglia e siano in grado di usarlo e allo stesso tempo gli ufficiali siano in grado di prendere decisioni che in un combattimento portino alla vittoria.
Tra le poche cose del corso che al giornale e’ stato consentito di riferire, c’e’ ad esempio che gli allievi vengono allenati anche in piscina con tutto lo zaino e le armi al seguito. O che vengono lasciati davanti ad una montagna di parti di armi smontate, americane e non, che devono rimontare e rendere perfettamente funzionanti in un lasso tempo massimo di cui non sono a conoscenza.
Oltre ai piu’ vari percorsi di guerra che devono percorre di nuovo sotto stress e in un tempo limitato, di cui anche in questo caso non vengono informati. Di piu’ non e’ consentito rivelare sul corso. Ma sono i dati che alla fine parlano chiaro: dei 96 allievi che sono sottoposti al ‘Combat Endurance Test’, 76 lo hanno superato, 7 si sono ritirati, 7 sono rimasti feriti e 6 hanno fallito. E mancano ancora altri 80 giorni alla fine del corso.