Guadagnano bene, anche se meno delle colleghe donne. Ma lì c’è un limite biologico davanti a cui le iniezioni possono fare poco. E sono in aumento. Il fenomeno della prostituzione gay, infatti, è sempre più diffuso nel nostro Paese e non solo. Basta dare un’occhiata al web per rendersene conto.
Il settimanale “A” ne ha raggiunti due per farsi raccontare come vivono il lavoro e il rapporto con gli episodi di omofobia che hanno riempito le pagine di cronaca dei giornali negli ultimi giorni. Thomas, 30 anni è padovano. Wagner, il suo ex, ne ha 26 ed è brasiliano. Alle spalle un figlio avuto in patria quando aveva solo 16 anni e una certezza: «Le ragazze non mi piacciono. Ero solo un bambino che ha avuto un bambino».
Entrambi sono escort “high class”, ricevono a casa o in abitazioni affittate (spesso grazie ai proprietari dei siti web dove mettono gli annunci). Luoghi che cambiano spesso perchè, come dice Wagner «Devi girare, cambiare spesso città perché i clienti vogliono ragazzi nuovi, vogliono stare con qualcuno che non hanno mai provato. C’è il gusto della scoperta».
Ma perchè si sceglie di vendere il proprio corpo? Per Thomas, non c’è dietro necessariamente la violenza e il disagio. Al contrario, l’escort racconta la sua scelta con serenità: «Lavoravo come imbianchino e tiravo su, più o meno, 1.200 euro al mese. Dalle otto del mattino alle otto di sera, spesso anche il sabato. Un paio di anni fa in un locale ho incontrato un personaggio piuttosto conosciuto e ricco. Sono stato cinque volte a casa sua e ho guadagnato tre volte il mio stipendio di un mese». Gli fa eco il compagno: «Come uomo con questo lavoro puoi tirare su fino a 6.000 euro al mese. E dipendi solo da te, quando non vuoi ricevere spegni il cellulare».
Lo sfruttamento e la violenza sono realtà che i due non negano ma per loro riguardano «soprattutto le donne e i trans che sono molto richiesti».
I clienti tipo di un escort gay fanno riflettere.«C’è di tutto, dal ragazzino 18enne che non ha il coraggio di ammettere che è gay, al signore 70enne – dice Thomas – Tantissimi quelli che si dichiarano etero, gente che ha la fidanzata, moglie e figli». Sui motivi che spingono le persone a cercare piacere a pagamento da un uomo i due hanno le idee chiare: «C’è una latenza omosessuale in tantissimi uomini. E poi il moralismo imperante, la religione, il perbenismo, la famiglia impediscono ancora a molte persone di essere sé stesse».
Per fare il lavoro, però, bisogna essere “di bocca buona”: «Non ha importanza se l’uomo che mi paga è brutto. Anzi, devo ammettere che io preferisco se a pagarmi è un grasso anziano, piuttosto che un bel ragazzo giovane. Mi pare più giusto che a pagare sia il vecchio. Ci sono capitate anche coppie ma donne non ne accettiamo perchè siamo gay».
