Andrea Agnelli blinda Allegri. “C’è un progetto di lungo periodo, sapevamo che quest’anno sarebbe stato difficile e avere rimpianti per la mancata vittoria finale è di buon auspicio per il futuro”.
Andrea Agnelli, il presidente della Juventus, ha approfittato di un evento a Milano per ribadire il perimetro delle scelte e il consolidamento di una gestione votata al rilancio.
Insomma, la conferma che la transizione è ancora in corso e non è la delusione di un anno di assestamento a decidere programmi già avviati.
Anche in quest’ottica vanno letti i complimenti alla bandiera Del Piero, “pericolosamente” riapparsa sugli spalti dello Stadium a turbare più di un fan: l’annuncio di un nuovo corso? Non esattamente: Del Piero sta bene dov’è, dice Agnelli, a godersi la sua vita, affettuosamente lontano dal mondo Juve.
“Del Piero è sempre benvenuto alla Juventus ma ha una sua vita. Entrare in società significa cambiare stile di vita e in questo momento Alex è molto concentrato su quello che sta facendo e mi sembra sia felice”.
Su Chiellini, ai passi finali nel calcio agonistico, il presidente è chiarissimo. “Ha il posto in società da qualche anno…”, ammette Agnelli, testimoniando il pedegree aziendale assoluto di un campione il cui destino è ormai indissolubile dai colori bianconeri. E comunque rappresenta la continuità rivendicata dal management.
Non è il caso di Dybala, lasciato andare con non troppi rimpianti già prima della conclusione del campionato. “Dybala un grande giocatore, le decisioni sono figlie di determinati momenti. A dicembre non avrei mai detto che Dusan Vlahovic sarebbe arrivato alla Juve a gennaio.
La Fiorentina poteva ambire alla Champions, difficile pensare ad un addio a gennaio. Le risorse sono limitate: abbiamo Dusan, De Ligt, Locatelli, puntiamo sui giovani”.
“Fare un’offerta a Paulo non consona al suo livello – continua Agnelli – non sarebbe stato giusto”.