ROMA – Justin Gatlin: ricordatevi questo nome. E’ lui che ha oscurato la stella di Usain Bolt sotto il cielo di Roma, nella serata del ricordo di Pietro Mennea.
Il Golden Gala di Roma dedicato alla memoria della ‘Freccia del Sud’ riserva la sorpresa d’inizio stagione, in una gara dei 100 metri dai buoni contenuti tecnici, visto che lo sprinter Usa oro olimpico ad Atene, e poi fermato per doping prima di tornare un auge con il bronzo a Londra 2012, corre in 9”94 precedendo d’un soffio Bolt, secondo in 9”95.
La speranza azzurra Michael Tumi, qui in gara con i colori della Polizia, finisce 8/o in 10”29. Così per la leggenda dello sprint la cui presenza ha sicuramente contribuito a riempire l’Olimpico (fra i 52.305 spettatori c’era anche, in Monte Mario, un entusiasta Giorgio Armani) arriva la sconfitta a quasi un anno di distanza da quella patita contro la ‘Bestia’ Yohan Blake ai Trials giamaicani che dovevano designare la squadra che poi si sarebbe coperta di gloria in Gran Bretagna, tra una corsa e un reggae in onore di Bob Marley, il cui volto era finito perfino su alcuni capi delle divise di questi atleti.
E a proposito di casacche: stavolta a Bolt non ha portato fortuna indossare quella dell’Italia del calcio quando ha fatto un giro dello stadio prima dell’inizio del meeting. Non tanto per voler mettere fine alla presunta polemica con l’azzurro Mario Balotelli, quanto per testimoniare amore genuino per il calcio e per lo sponsor suo personale e della squadra di Prandelli. Il ct nel frattempo avrà fatto gli scongiuri per non essere battuto anche lui domani a Praga.
”Ho fatto la mia partenza migliore, ha spiegato Bolt dopo la gara, eppure ho perso: è ridicolo. Qualcosa poi non ha funzionato, ho rallentato e nelle mie gambe non sentivo la solita energia. Ci lavorerò sopra, devo mettere a punto alcune cose, e pensare che il mio obiettivo stagionale non è adesso ma ad agosto quando ci saranno i Mondiali. Perlomeno sono sceso sotto i dieci secondi. La stagione è agli inizio, vedrete che migliorerò e, in ogni caso, è sempre fantastico gareggiare qui a Roma”.
Ovviamente felice Gatlin: ”Non è stato il mio miglior tempo , ma quella dei 100 è una gara fra belve, dove tutti vogliono vincere, fare la miglior partenza e arrivare primi al traguardo. Se posso battere Bolt anche ai Mondiali di Mosca? Prima ci sono i Trials Usa, e devo qualificarmi: ci sono tanti atleti che possono fare bene, speriamo di farcela”.
Fra i grandi battuti del Golden Gala non c’è solo Bolt ma anche l’olimpionica americana Allyson Felix, seconda anche lei ma nei 200. Si fa notare più per i vistosi calzettoni rosa shocking indossati che per l’efficacia della sua falcata, e alla fine l’ivoriana Murielle Ahoure la precede in 22”36 (record nazionale), contro i 22”64 della rivale.
Per il resto il meeting romano della Diamond League riserva due bei momenti di atletica in pista con la gara dei 400 donne vinta dalla rappresentante del Botswana Amanthle Montsho in 49”87 (mondiale stagionale), e con la volata dell’etiope Yenew Alamirew sui 5000 metri vinti anche lui a ritmo di record assoluto stagionale, in 12’54”95.
Menzione d’onore per il poliziotto Daniele Greco, che nel triplo ha sfiorato il podio olimpico di Londra (fu quarto) e qui è 2/o dietro soltanto al vincitore degli ultimi Giochi, il fuoriclasse della specialità Christian Taylor: è stata una questione di centimetri, i 4 in piu’ dell’americano (17.08) rispetto al miglior salto di Greco.