BARCELLONA – Pep Guardiola, l'allenatore piu' vincente, ammirato e invidiato degli ultimi anni, non e' un uomo appagato e sereno. Lo ammette lui stesso in una chiacchierata fatta per una campagna pubblicitaria e il cui contenuto e' stato anticipato dal Marca.com. ''Non passa giorno senza che pensi che domani potrei andarmene – afferma il tecnico del Barcellona – I contratti lunghi mi danno angoscia, preferisco avere la liberta' di poter decidere il mio futuro''.
Le societa' che pensano di poter ambire ai servigi di Guardiola possono quindi contare sulla sua 'irrequietezza', anche se nulla nell'intervista lascia presagire una volonta' di lasciar la panchina blaugrana. Il tecnico parla anche del suo lavoro (''Preparare una partita e' una delle cose piu' meravigliose del mio lavoro, come pensare come andra'. Il rapporto con i giocatori e' importante, vanno trattati tutti in modo diverso per trarre il meglio da ciascuno'') e fa considerazioni in parte amare sul suo mondo: ''Il calcio e' un gioco, e lo abbiamo ormai rovinato, ormai e' un business, ma da' da vivere a molte persone. I giocatori pero' hanno una vera passione e non lo fanno solo per i soldi, come tanti dicono''. E per spiegarlo aggiunge:
''Vedo i miei calciatori. Se non giocassero al Bernabeu continuerebbero a farlo con i loro amici al parco. Se in allenamento allungo un pallone diventano come matti, si buttano come cani sull'osso''.