”Sapevo che avrei trovato un ambiente ostile, ma mi avrebbe stupito il contrario – ha detto lui alla fine -.Ho cercato di concentrarmi sulla partita, senza pensare all’ambiente esterno. E non credo di aver niente da perdonare al pubblico. E’ un pubblico appassionato, ed io ho amato ogni giorno dei miei sette anni trascorsi qui. Quello che conta, comunque, e’ che volevamo vincere e ci siamo riusciti, giocando un basket aggressivo”.
La partita era stata annunciata negli Stati Uniti come ”l’evento” dell’anno. Lo stesso presidente Barack Obama da appassionato di basket quale e’ aveva detto di attendersi un match ”bestiale”. Cosi’ e’ stato: Cleveland-Miami si e’ giocata in un clima incandescente, tra misure di sicurezza rafforzate per contenere ”l’odio” dei 20mila della Quicken Loan Arena, come loro stessi avevano scritto su centinaia di cartelli. Accolto da bordate di ”buuuu” ogni volta che toccava la palla, LeBron James ha risposto da re, mettendo a segno un canestro dopo l’altro, e senza mai cadere nelle provocazioni. Ha stravinto la sfida, e alla fine si e’ a lungo abbracciato con Williams, la nuova stella di Cleveland, sotto gli occhi dei tifosi via via sempre meno piedi di odio, sempre piu’ segnati da tracce di ammirata nostalgia