“Gomorra” è stata un’operazione di “lucro su Napoli”. Il centravanti del Milan Marco Borriello ha “attaccato” così lo scrittore Roberto Saviano in un’intervista rilasciata al mensile Gq.
L’attaccante napoletano ha detto che “non c’era bisogno che scrivesse un libro per sapere cos’é la camorra. Lui però ha detto solo cose brutte e si è dimenticato di tutto il resto”. Borriello quando aveva 11 anni ha perso il padre, ucciso proprio in un episodio di camorra
Il giocatore ricorda la sua infanzia non facile: “Ho sempre avuto una famiglia alle spalle che mi ha sostenuto e non mi ha mai fatto mancare niente. Poi a un certo punto è capitato uno spiacevole episodio, ma l’affetto c’è sempre stato”. Lo ‘spiacevole episodio’ è appunto l’omicidio del padre.
“Crescere senza una figura maschile di riferimento – ammette – è stato duro. Per fortuna, abbiamo avuto una mamma che ci ha fatto anche da papà. Comunque è un’esperienza che mi ha rafforzato e reso più responsabile. Altrimenti non sarei andato via da casa a 14 anni”.
Borriello abitava in un rione “difficile”: “San Giovanni a Teduccio, a Napoli, il quartiere con il più alto tasso di famiglie malavitose in Italia, pare. Non é la giungla, ma nemmeno Disneyland. Diciamo che ti tempra e ti insegna a stare sveglio fin da piccolo. Prendi un bambino di 8 anni di Napoli e uno venuto su altrove: la differenza si vede”.
Nella sua intervista c’è comunque spazio anche per il gossip e le frequentazioni tra calciatori e veline: “In questo ambiente è inevitabile. A Milano ci sono quattro o cinque locali, alla fine ci si incontra tutti lì. Ma per me le belle donne non sono uno status symbol”. Mai conosciuto omosessuali nel calcio? “Mai. Su alcuni ho avuto dei sospetti, ma i nomi non li faccio. Non omosessuali puri, forse. Magari bisessuali”.
Il finale è dedicato a un altro calciatore spesso al centro di polemiche, cioè Balotelli: “Capisco i tifosi, ma capisco anche lui. Contro il Barcellona ha fatto un brutto gesto, però è difficile stare sereni a 18 anni quando tutti i giornali parlano di te e hai lo spogliatoio contro. Al Milan lo accoglieremmo a braccia aperte. La nostra è una società forte. E troverebbe compagni disposti ad aiutarlo, mica gente che lo prende a calci nel sedere”.