Il brivido azzurro corre sulla schiena di Buffon, Mondiale finito? E’ un’incognita

“Sono preoccupato, per la schiena e il mio Mondiale”.  La sciatalgia che ha colpito Gigi Buffon, complice il gran freddo sudafricano e la fortissima umidità di lunedì a Città del Capo, rischia di bloccarlo a lungo, anche fino alla fine del torneo. “Al momento non è ipotizzabile una data di rientro”, il verdetto amaro del medico azzurro, professor Enrico Castellacci. Come dire, Buffon può guarire tra tre giorni o tra un mese, “in base alle condizioni cliniche soggettive”.

Dopo lo stop di Pirlo, adesso alla Nazionale potrebbe mancare anche il portierone azzurro. A sostituirlo Federico Marchetti, 27 anni, portiere della nazionale quasi per caso. La sua prova contro il Paraguay è stata degna dell’emergenza. L’incognita è se sarà in grado, vista l’inesperienza, di tenere le fila della difesa qualora diventasse titolare.

Quando e soprattutto se Buffon non avvertirà più dolore e potrà scendere in campo, sarà comunque condizionato. Perché non è un semplice dolore legato alle difficili condizioni climatiche del Mondiale. Di schiena Buffon ha già sofferto in passato. Nel 2008 rischiò di saltare l’Europeo per un’ernia del disco, poi non operata. L’ultima stagione ricca di infortuni,menisco e poi coscia, lo aveva lasciato in pace almeno per quel vecchio dolore, a parte qualche problema passeggero.

Ma la botta di ieri, prima dell’esordio col Paraguay, è una fitta che ha buttato giù di morale il portiere azzurro oltre che averlo tirato fuori dalla prima azzurra. Ora il Club Italia ha chiesto alla Fifa l’autorizzazione medica per delle infiltrazioni di antidolorifico. Una terapia d’urto, perché in ritiro dove ha già cominciato “le cure mediche e la fisioterapia”, ai compagni e a chi lo segue per rimetterlo in piedi aveva già confessato ieri tutta la sua preoccupazione per un dolore che lo ‘spacca’, e che può passare in tre giorni come in un mese. Vorrebbe dire Mondiale finito, e anche il Buffon campione di ottimismo oggi non riesce a sorridere più di tanto.

La preoccupazione nel ritiro è stata ribadita ancora oggi, quando il dolore partito dalla schiena e finito giù, fino alla coscia sinistra, è rimasto lancinante. Un Mondiale senza Buffon, o con un Buffon a mezzo servizio, sarebbe una botta per la nazionale di Lippi. L’Italia aveva già perso Andrea Pirlo a sette giorni dal via del Mondiale, ora il regista azzurro dovrebbe farcela per la terza partita, contro la Slovacchia.

La presenza di Buffon è invece un’incognita. Ed è già una botta sul morale del numero 1, che al nuovo Mondiale dopo la vittoria di Berlino teneva in modo particolare. “Ho grande fiducia in questa nazionale. E se proprio dobbiamo abdicare, facciamolo con grande dignità”. Poi ieri, sotto il diluvio di Città del Capo, il riscaldamento sul campo del Green Point e il primo dolore.

Lippi gli ha chiesto se se la sentiva, Buffon ha detto sì. Poi a fine primo tempo la capitolazione. “Pensavo di essermi strappato tutto”, le prime parole del numero 1, che ha poi provato a consolarsi con il ricordo del mal di schiena di De Rossi guarito in due o tre giorni. Ma oggi Buffon non sorride. E teme davvero per il suo Mondiale, finito o no che sia.

Buffon è un “campione e una macchina umana straordinaria e complessa”, e lo staff medico di Enrico Castellacci è “di primissimo piano”. Ma c’é un piccolo segreto nel mal di schiena che perseguita il numero 1 azzurro e rischia di far diventare il suo Mondiale un calvario: così il ‘mago’ che due anni fa glielo risolse invia oggi dall’Italia un messaggio al portiere della nazionale.

“Gigi ha problemi di postura, come molti atleti dello sport occidentale: caviglie, bacino e zona lombare sono risolte, ora deve curare in particolar modo il movimento delle braccia per sconfiggere il dolore”, dice Giuseppe Mastrodicasa, 58 anni, romano, esperto presso la ASL RM6 di ‘analisi fisica’.

Una dottrina che nel 2008 aiutò Buffon a evitare l’operazione per l’erna del disco e a non saltare l’Europeo. “Si tratta di nuovi studi applicati alla ricerca del dolore che provoca problemi a persone comuni come atleti di primissimo livellò”, spiega il dottor Mastrodicasa, che nel 2008 lavorò per sei mesi nel calcio e con lo staff medico della Juve e della nazionale aiutò Buffon a evitare la sala chirurgica che lo avrebbe tagliato fuori da Austria-Svizzera 2008.

“Lo studio alla base dell’analisi fisica – spiega Mastrodicasa – sarà presentato alla comunità scientifica internazionale alla fine del mese. Ma in 10 anni ha già curato migliaia di persone”. Tra loro Buffon, altri giocatori azzurri ancora oggi presenti in nazionale, tennisti e tenniste italiani di primissimo piano. Il gran freddo del Sudafrica ha riportato alla luce vecchie sintomatologie della schiena. Ma le cause sono più lontane. “Vi siete mai chiesti perché atleti africani o brasiliani, molti provenienti da favelas o da calcio di strada, soffrano meno problemi e poi arrivati al calcio europeo impattino con dolori fisici? E’ una questione di ‘educazione’ e ‘inibizione’ – spiega il ‘mago’ della postura – I loro movimenti sono più naturali, meno inibiti. Trattenere troppo la reazione del movimento provoca forti problemi: è necessario capire da dove parta il dolore, per ‘disinibirsi’, cambiare postura e far scomparire il male”.

Così due anni fa Mastrocasa aiutò Buffon prima a risolvere il problema delle caviglie, troppo rigide: il resto del corpo era duro per questo. Poi il bacino. Infine la zona lombare. Il portiere azzurro evitò l’operazione e fece un buon Europeo. Ma i problemi alla schiena sono tornati. “Conosco Castellacci, mi ha anche operato al femore: è un professionista di primissimo livello – dice Mastrocasa dall’Italia – Per quel che posso capire, credo che Gigi debba lavorare sul movimento della parte alta del corpo. In quella bassa è a posto: avete notato quante parate di piede ha fatto quest’anno? Ora deve sciogliere completamente le braccia, stenderle fino in fondo senza inibizioni. Così il dolore potra sparire”. Magari con l’aiuto del meteo sudafricano, vista la gran pioggia e umidità ieri a Città del Capo.

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