Gianluigi Buffon è alle prese con un piccolo ritorno di ernia del disco, un disturbo di cui ha già sofferto in passato. Lo staff medico dell’Italia farà di tutto per recuperarlo, anche se i tempi non sono prevedibili: è questo,secondo quanto riporta l’Ansa, l’esito degli esami clinici ai quali è stato sottoposto il portiere della Nazionale.
Per il portiere azzurro è ipotizzabile al momento un’indisponibilità perlomeno per le prossime due partite, contro Nuova Zelanda e Slovacchia. Ma i tempi di recupero potrebbero essere anche più lunghi. Buffon è stato sottoposto nella mattinata di mercoledì 16 giugno a una risonanza magnetica presso un ospedale di Pretoria.
La vera incertezza è legata al tipo di terapia da utilizzare per curare il portierone azzurro. Sulla carta sarebbe facile: basta un po’ di cortisone e Buffon potrebbe tornare a difendere la porta dell’Italia nel giro di qualche giorno. C’è però un”piccolo” problema: il cortisone è considerato doping e quindi la via delle infiltrazioni con la sostanza è totalmente da escludersi.
Lo staff azzurro, in ogni caso, ha chiesto l’ok della Fifa per delle infiltrazioni di antidolorifico al numero uno della nazionale. Una terapia d’urto che lascerebbe qualche speranza di rientro in breve tempo. E senza cortisone? Da Roma si alza la voce di Giuseppe Mastrodicasa, 58 anni, romano, esperto presso la ASL RM6 di ‘analisi fisica’, che avrebbe curato il mal di schiena di Buffon nel 2008, quando gli evitò l’operazione per l’erna del disco e non gli fece saltare l’Europeo. “Un problema di postura” dice il medico, basta “curare in particolar modo il movimento delle braccia per sconfiggere il dolore” e il Mondiale, secondo Mastrodicasa sarebbe salvo.