CATANIA, 19 MAR – Miracolo Catania. Lo slogan e' facile e funziona, ma ha un grave limite. E' falso. Di miracoloso, nella scalata rossazzurra sino al sesto posto, c'e' poco o nulla. La splendida marcia che ha portato la squadra di Montella a sognare una storica qualificazione in Europa League parte da lontano, da una programmazione societaria cominciata nel 2004, con l'arrivo di Antonino Pulvirenti alla presidenza, e decollata nel 2006, con la promozione in Serie A.
I brillanti riscontri che arrivano dal campo sono figli di una politica dirigenziale che e' un raro esempio virtuoso in un panorama, quello del calcio italiano, caratterizzato da indebitamenti e conti in rosso. Nulla a che vedere con il Catania, che per il quinto anno ha chiuso in attivo il bilancio: 25 milioni di euro (+6,4 negli ultimi 12 mesi). Cifre piu' uniche che rare, consolidate grazie al nuovo centro sportivo di Torre del Grifo, per il quale sono stati accesi due mutui con il Credito sportivo per un totale di 24,2 milioni. In attesa di spingersi oltre con la costruzione di un nuovo stadio di proprieta' del club (le linee guida del progetto sono state gia' presentate alle istituzioni, e' al vaglio lo studio di fattibilita'), il Catania si gode i frutti di un'altra fonte di entrate assai cospicua: le plusvalenze. Il saldo realizzato nell'ultimo anno e' in positivo di 10 milioni di euro e spiega bene come il lavoro svolto dall'amministratore delegato Pietro Lo Monaco – la cui permanenza a Catania e' peraltro in forte dubbio – sia sovente stato redditizio.
La particolare attenzione rivolta al calcio argentino (l'ad, non a caso, e' nuovamente in partenza per il Sudamerica) si e' tradotta in operazioni spesso vincenti dal punto di vista tecnico ed economico: i guadagni realizzati con Jose' Manuel Vargas e Jorge Martinez, acquistati entrambi per 3 milioni e rivenduti a Fiorentina e Juventus rispettivamente per 13 e 12 milioni, sono i picchi piu' alti di una serie proseguita sino alle ultime sessioni di mercato con la cessione di Silvestre al Palermo per 7,3 milioni (a fronte del 1,5 milione pagato al Boca Juniors per portare il difensore in Sicilia) e quella di Maxi Lopez al Milan (prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a 8 milioni).
Il resto lo hanno fatto colpi come l'ingaggio di Barrientos, acquistato per 4 milioni quando era gravemente infortunato e atteso con pazienza per oltre due anni prima di vederlo al top, o quello di Francesco Lodi, tirato fuori dalla bassa classifica in B col Frosinone, riscattato dall'Empoli in estate e adesso lanciatissimo quale potenziale vice-Pirlo.
Materiale di prim'ordine, valorizzato al meglio da Vincenzo Montella, altra scommessa vinta dal Catania. Il tecnico di Castello di Cisterna, al suo primo campionato a pieno regime in A dopo la breve esperienza in corso d'opera a Roma, ha meritato elogi unanimi facendosi apprezzare per la qualita' di gioco e la mentalita' propositiva trasmessa alla sua formazione, ribattezzata ''il piccolo Barcellona''. Il meglio che c'e' in Europa per una squadra che adesso l'Europa vuole scoprire com'e'.