Lo spauracchio dello sciopero dei calciatori di serie A torna ad affacciarsi prepotentemente all’orizzonte del campionato. La rottura della trattativa tra Lega e Aic, sul rinnovo del contratto collettivo dei giocatori, andata in scena nella sede della Federcalcio in occasione dell’ennesimo incontro tra le parti, rischia infatti di mettere fine al lungo percorso, che entro il prossimo 30 novembre avrebbe dovuto portare all’accordo: scongiurando così non solo lo sciopero dei calciatori, inizialmente proclamato il 25 settembre e poi sospeso, ma anche il commissariamento ad acta del presidente federale, Giancarlo Abete.
I margini per trattare, adesso, sono molto ridotti, come ha annunciato lo stesso numero 1 del sindacato calciatori, Sergio Campana (accompagnato dal vice Grosso e dal segretario generale Grazioli), al termine del vertice. Al momento non sono previsti ulteriori incontri. ”C’e’ stata un’interruzione nelle trattative – ha confermato Campana -. E’ dal 13 settembre, giorno del primo incontro, che non si fanno passi avanti. Il nostro giudizio sulla bozza di contratto proposta dalla Lega di A e’ negativo. Pertanto, ora faremo una relazione ai calciatori che decideranno se scioperare o meno. Personalmente, spero che non siano costretti a farlo, ma di fronte a questa situazione serve un intervento deciso”.
Un’escalation negativa che per l’Aic ha un origine precisa. ”C’e’ stato un peggioramento dopo l’assemblea della Lega di A, che ha delegato il presidente della Lazio, Lotito, e il legale della Juventus, Briamonte, a discutere sugli otto punti gia’ noti – ha aggiunto Campana -. Poi pero’ si sono presentati con una bozza che ne prevedeva anche altri, inaccettabili (tra cui la possibilita’ di rescindere il contratto dopo tre mesi di infortunio e altri ancora). Noi abbiamo ribadito la nostra disponibilita’ su sei di quegli otto punti iniziali, ma resta la nostra chiusura totale sui fuori rosa e sui trasferimenti coatti”.
Secondo le prime indiscrezioni i giocatori starebbero prendendo in considerazione due date: la piu’ probabile e’ quella del 5 dicembre, l’altra e’ il turno infrasettimanale del 10 novembre, a meno che l’intervento di Abete non riesca a convincere le parti a sedersi nuovamente intorno ad un tavolo per risolvere la situazione di stallo. ”Adesso chiediamo l’intervento della Federcalcio”, ha concluso Campana, prima di abbandonare la sede di via Allegri.
Un intervento, quello del numero 1 del calcio italiano, chiesto anche dal presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, anche per evitare una brutta figura. ”Mi aspetto che Abete – ha detto Beretta – convochi le parti. Da parte nostra, siamo sempre pronti e disponibili, ma servono tempi e metodo nuovi: bisogna andare ad oltranza. L’eventuale commissariamento sarebbe un’abdicazione ed una sconfitta per entrambe le parti, e sicuramente non avrebbe il consenso dell’opinione pubblica”. Ma anche il presidente della Lega ha le sue rimostranze da fare alla controparte.
”Purtroppo, all’avvicinarsi del tramonto – ha confessato – i rappresentanti dell’Aic hanno deciso di alzarsi e andar via. Quello che serve a questa trattativa e’ un salto di qualita’. Ogni volta invece torniamo sempre a discutere di quei punti su cui nell’incontro precedente sembrava esserci l’accordo. E’ il momento di stabilire tempi serrati, e incontri no-stop. Con l’atteggiamento attuale dell’Aic, non si va da nessuna parte e non si costruisce un accordo, anche se i tempi tecnici per farlo ci sarebbero ancora”.
Lo sciopero, a questo punto, torna evidentemente alla ribalta, anche se Beretta resta della sua idea. ”Sarebbe immotivato e grottesco. Stento a credere che cio’ possa avvenire, ma e’ pur vero che abbiamo gia’ visto la proclamazione dello sciopero preventivo ancor prima di sederci intorno ad un tavolo”.