Milano – "I giocatori hanno risentito dalla spaccatura tra il presidente e i tifosi legati a Rossi. Io ho fatto il capro espiatorio. Dopo pochi minuti della prima con la Lazio era già tutta colpa mia". Così in un'intervista a 'La Gazzetta dello sport' Serse Cosmi ricostruisce lo scenario che l'ha portato all'allontanamento, dopo sole quattro giornate, dalla panchina del Palermo. "Nessuno può confutare la mia verità . Domenica mattina alle 10 – racconta il tecnico, rievocando la partita con il Catania – il presidente Zamparini mi chiede la formazione. Gli dico che sta fuori Pastore e gioca Miccoli. Si arrabbia, per l'esclusione del Flaco e anche più per la presenza di Fabrizio. Abbiamo una discussione molto violenta". Cosmi di aver confermato la formazione ma di esser stato poi avvicinato dallo stesso Miccoli che gli avrebbe detto "Mister, pensi a se stesso. Mi lasci fuori. So tutto". "Fabrizio – prosegue – è un amico, nessuno ci metterà contro. Mi parla con gli occhi lucidi, è sconvolto. Come posso mandarlo in campo? Era già nella lista dell'addetto all'arbitro. Cambio, metto Hernandez. La squadra sa tutto. Come può entrare in campo serena?". Cosmi comunque ringrazia Zamparini: "Mi ha dato una grande occasione. Alla fine, è stato il più coerente".