Per Mourinho sono state travisate le interviste in cui parlava di nostalgia per l’Inghilterra e amore mai sbocciato con l’Italia. «Fin dal giorno in cui me ne sono andato dal Chelsea ho detto che sarei tornato e non ho cambiato idea. Pochi giorni fa, però – ha osservato -, ho anche spiegato che sarei rimasto all’Inter fino al 2012, il termine del mio contratto. La realtà è che la gente preferisce sottolineare che tornerò in Inghilterra, piuttosto che rimarrò a Milano fino al 2012. Un giorno tornerò là, ne sono sicuro. Ma non so se sarà nel 2012 o nel 2020. A Milano sto bene».
Insomma, nessun problema con Italia e italiani, ma con i media della penisola «il rapporto non è positivo. Anzi, è una “guerra”, Per me – ha aggiunto Mourinho – è colpa dei giornalisti, per loro è mia. Resta il fatto che si tratta di una guerra persa, perché io sono solo contro tanti e uniti. Posso perdere una guerra» ma, è sicuro il portoghese «non personalità, indipendenza e libertà di pensiero. Non sarò mai – ha chiarito – un lecca… qualcosa, come dite voi. Dirò sempre ciò che penso, anche se a tanti non piace».
Alla ripresa del campionato, che per Mourinho è «la competizione-verità, che dice se hai fatto bene oppure no», Mourinho spera di trovare Pandev, un giocatore che «ci permetterebbe di utilizzare più moduli». E per la sfida dell’Epifania con il Chievo, il portoghese vorrebbe avere a disposizione anche Etò prima della partenza per la coppa d’Africa. Il nulla osta del Camerun non è ancora arrivato, ma per Mourinho sarebbe opportuno: «In fondo il calcio africano deve molto a quello europeo. Forse mi sbaglio, ma – ha concluso – mi aspetto rispetto».