ROMA – Il bello (si spera) deve ancora venire e sarà tutto nel posticipo di lunedì sera tra Milan e Napoli. L’Inter, intanto, ha fatto il suo: massimo risultato con sforzo tutto sommato contenuto e operazione -2 completata. Ai nerazzurri sono bastati una magia di Snejider su punizione ed un gol di Eto’o per battere 2-0 una Sampdoria vogliosa ma svuotata dal mercato “suicida” di gennaio del suo presidente Garrone. Maccarone e Macheda per Cassano e Pazzini sono una serie di operazioni che gridano vendetta.
A Leonardo e i suoi, a questo punto, il privilegio di potersi mettere davanti alla tv e tifare, magari, per un pareggio nel posticipo di domani.
Ma la giornata di oggi, la numero 27, è soprattutto tinta di bianconero, e si chiude con una domanda. E se davvero, nel marasma che deve assegnare l’ultimo quarto posto utile (dal 2012 spetterà ai tedeschi) per andarsene ai preliminari di Champions League la spuntasse l’Udinese? Non sarebbe uno scandalo, anzi. A detta di molti i friulani sono quelli che giocano il miglior calcio della serie A. Non è esattamente un’impresa titanica, è vero, ma i friulani giocano bene, lo fanno regolarmente da qualche mese e, anche quando non sono arrivati i punti, l’impressione lasciata sul campo dalla squadra di Guidolin è stata sempre delle migliori.
Oggi a Palermo è venuto fuori un risultato di quelli che non t’aspetti: Palermo – Udinese 0-7. Tanto per capirci, il primo tempo era finito zero a cinque, il resto è stato accademia. Giù il cappello davanti al poker di Alexis Sanchez e alla tripletta di Totò Di Natale.
E’ opportuno un passo indietro, alle prime cinque giornate di campionato: l’Udinese allora fece un solo punto, alla quinta, dopo quattro sconfitte. Se avesse avuto un cammino “normale” sarebbe là, più su della Lazio, a “discutere” di secondo e terzo posto con Napoli e Inter. Ora deve “accontentarsi” di dare la caccia a quel quarto posto che manca dai tempi di Spalletti e che sarebbe un premio meritato per Di Natale, Sanchez & co.
Caccia, quella friulana, che visto il cammino delle rivali rischia di non essere poi così difficile. Quanto al Palermo basta il risultato odierno. La Lazio, invece, quella che al momento occupa il quarto posto perde 1-0 in quel di Cagliari. Non è tanto la sconfitta in sè, a Cagliari può succedere: il problema è che i biancocelesti, condannati da un’autorete di Dias, spingono pochissimo e non danno mai o quasi l’impressione di poter rimettere in discussione il risultato.
Restando nella capitale, a Vincenzo Montella è bastata la seconda partita per capire che rimettere in piedi la stagione della Roma è impresa tutt’altro che agevole. Non basta il 4-2-3-1 di spallettiana memoria e non basta la “scossa” data dalle dimissioni di Claudio Ranieri. La Roma continua a prendere troppi gol, a farsi rimontare (oggi 2-2 dal 2-0 contro il Parma) e a “scoppiare” nei minuti finali. Montella, nel dopopartita lo certifica, con la schiettezza del neofita: difficile non pensarlo come un atto di accusa preciso a Ranieri e alla sua tanto discussa preparazione. Nota di cronaca: la luce, in casa Roma, si è spenta con l’uscita di Pizarro. Non un dettaglio, non un caso.
Peggio della Roma, andando all’anticipo del sabato, sta la Juventus. Battuta in casa dal Bologna con due gol di scarto una cosa, ed è tutto dire, che non era mai successa in Italia da quando la palla rotola. Poche idee e pochissima qualità. Al Bologna è bastato che Di Vaio tornasse a fare quello che non ha fatto con la Roma, tirare in porta.
La beffa finale per la Juve arriva dalle cronache di Roma: Amauri fa due gol in cinque minuti… a Torino per vedere due centri del brasiliano, i tempi di attesa erano intorno agli dieci-dodici mesi.
In fondo la giornata è segnata dalle vittorie di Catania (2-1 al Genova nell’anticipo delle 12:30) e del Cesena (1-0 al Chievo su contestatissimo rigore di Jimenez) in pieno recupero. Ossigeno per entrambe anche perché nello scontro diretto Brescia e Lecce pareggiano 2-2. Una partita, quest’ultima, segnata però dalla topica finale di Morganti che annulla ai bresciani il gol partita per un fuorigioco inesistente. Con la classifica che, in fondo, dice Parma e Lecce 28, Cesena 25 e Brescia 24, è un errore che potrebbe essere decisivo.
Infine Bari – Fiorentina. Finisce con il risultato più “inutile” per entrambe, un 1-1 che tiene i pugliesi a 13 punti dalla salvezza e i toscani impantanati in mezzo alla classifica nell’attesa che questa stagione di ordinaria mediocrità finisca il più presto possibile.