ROMA – Due ore per sottoporsi a un test scritto e poi a un colloquio orale. Tanto è durato il confronto andato in scena nel pomeriggio del 16 ottobre a Berna tra il pm Elena Catenazzi e il capitano della Lazio, Stefano Mauri, chiamato a fornire la propria versione dei fatti sul conto aperto in una banca svizzera.
Un conto intestato ai genitori del calciatore brianzolo – e su cui nella mattinata del 16 ottobre per altre due ore, ha risposto agli inquirenti svizzeri anche la mamma, Maria – in cui sarebbero stati depositati sino al novembre 2010 circa 350mila euro. Sia il verbale dell’interrogatorio di Mauri che quello della madre sono stati secretati.
Il sospetto della Procura di Berna era che quei movimenti di denaro fossero collegati alla vicenda calcioscommesse per cui il centrocampista biancoceleste è tuttora indagato dalla Procura di Cremona. Dopo aver studiato documenti ottenuti dai pm lombardi attraverso una rogatoria e aver confrontato le date dell’ultimo deposito sul conto e quelle delle presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio (entrambe disputate nel maggio 2011), l’ipotesi configurata ora dai magistrati elvetici sarebbe quella del riciclaggio.