CREMONA, 10 GEN – A Bergamo e dintorni continua a bruciare il 'tradimento' di Cristiano Doni, l'ex capitano, l'ex idolo dei tifosi, l'ex bandiera dell'Atalanta. Un ex, Doni, che mercoledì alle 11 sara' interrogato dal procuratore della Repubblica di Cremona Roberto di Martino. Dara' massima collaborazione, ha detto il difensore Salvatore Pino.
Classe 1973 (i 39 anni li compira' il primo aprile), diploma di ragioniere, calciatore professionista fermato per tre anni e mezzo dalla giustizia sportiva, Doni ha gia' ammesso la combine di Atalanta-Piacenza (3-0) del 19 marzo 2011, ha dato una sua versione su Ascoli-Atalanta mentre su Padova-Atalanta ha detto di non sapere. Lo ha fatto nell'interrogatorio di garanzia (il 20 dicembre scorso) davanti al gip del tribunale di Cremona Guido Salvini che per Natale lo ha mandato agli arresti domiciliari in Alto Adige. Ammissioni parziali, le sue, con una premessa: ''Intendo rispondere e credo che sia giusto anche innanzi la mia squadra e i tifosi dell'Atalanta spiegare il mio coinvolgimento e il senso che ha avuto''. E con una conclusione: ''Sono comunque molto dispiaciuto per tutto quanto e' accaduto. Ho aderito a questa iniziativa illecita solo per la passione che mi legava alla mia squadra e la speranza di poterla portare all'obiettivo di quella stagione''. Su Atalanta-Piacenza, Doni ha raccontato che ''il suo amico Nicola Santoni, ex preparatore dei portieri del Ravenna finito anch'egli in manette, mi disse che il Piacenza era disposto a perdere la partita e a lasciarci vincere. Santoni si riferiva non alla societa', ma ad alcuni giocatori…fece i nomi di Gervasoni, Conteh il portiere e forse Guzman. In questa partita avrei dovuto stringere la mano a Gervasoni per confermare l'accordo. La stretta di mano ci fu davanti agli spogliatoi e buttai la frase del tipo 'Tutto bene?'. Gervasoni mi rispose in modo affrettato e forse anche impaurito una frase del tipo 'Tutto bene tutto bene' che mi suono' come conferma''. Sara' Carlo Gervasoni, ex difensore di Cremonese e Piacenza, a delineare i contorni della 'truffa', una settimana dopo, davanti al pm di Martino: ''Ammetto che l'incontro con Doni davanti agli spogliatoi c'e' stato effettivamente. Non sapevo neppure che lui fosse a conoscenza degli accordi ne' sapevo di un coinvolgimento dell'Atalanta o di giocatori dell'Atalanta. Successivamente ho chiesto spiegazioni a Cassano (portiere del Piacenza), al quale ho raccontato quanto e' accaduto. Cassano mi invito' a dire a Doni che, qualora ci fosse stato un rigore a favore dell'Atalanta, lo tirasse centrale (in maniera da consentire al portiere di non pararlo buttandosi di lato). Sempre in zona spogliatoio e comunque prima della partita, io incontrai nuovamente Doni, riportandogli quello che mi aveva detto Cassano. Che accadde poi? Accadde che in occasione del primo rigore, Doni tiro' ed effettivamente scelse una traiettoria centrale''..