Calcio scommesse, Allegri: "Chi cade per malattia, chi per disperazione"

ROMA, 5 GIU – Nelle sabbie mobili delle scommesse si può cadere seguendo due strade: ''Quella di chi commette questi reati perchè è malato e vive il gioco come una patologia. E poi c'e' la strada di chi purtroppo è costretto a farlo per disperazione''. Il tecnico del Milan Massimiliano Allegri, dalle pagine di 'Chi' in edicola domani, non vuole giustificare, ma da' la sua spiegazione di alcuni comportamenti.

''Ci sono allenatori che vivono con il loro staff in un piccolo bilocale perche' la squadra non paga ne' vitto ne' alloggio – sottolinea l'allenatore -. E poi ci sono ragazzi che militano in societa' inferiori e non percepiscono stipendi da mesi. Con questo non giustifico chi ha commesso il reato di frode sportiva, ma la disperazione di non arrivare a fine mese ti porta a commettere certi errori''.

''Io nasco a Livorno citta' dove si gioca, si scommette – aggiunge -. Avevo una passione per giocare ai cavalli. Ma un conto e' rischiare il proprio denaro, un altro e' vendere o comprare le partite''. E sul suo futuro calcistico precisa: ''Tra dieci anni smetto. Ho iniziato quando avevo quarant'anni, finiro' a cinquantacinque anni. Quindici da allenatore bastano e avanzano e poi con tutto questo schifo, ti passa davvero la voglia. Sogno di arrivare in Nazionale, lo ammetto''.

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Emiliano Condò