CREMONA – Davanti al gip del tribunale di Cremona, Guido Salvini, Cristian Bertani, ex giocatore del Novara e ora della Sampdoria, si è mostrato irriducibile. E’ accusato di avere svolto un ruolo di raccordo tra il clan degli zingari, rappresentati da Gegic e da Ilievski, e i giocatori del Novara per manipolare in cambio di denaro alcune partite: Chievo-Novara di Coppa Italia del 2010, Novara-Ascoli del 2 aprile 2011 e Novara-Siena del primo maggio 2011.
Bertani ha detto a Salvini, che l’ha sentito in carcere, che delle affermazioni fatte da Carlo Gervasoni e dai pentiti e da Almir Gegic non gli importa nulla. Ha detto che lui e la sua famiglia possono andare a testa alta. Intanto martedì pomeriggio è stato sentito Luca Burini, ex manager che lavora da vent’anni in Cina dove lavorava come promoter per la società Laminam spa di Fiorano Imolese (Bologna), produttrice di lastre di ceramiche.
A causa del coinvolgimento dell’inchiesta sul calcioscommesse è stato licenziato. Burini è rientrato in Italia nelle scorse ore e si è costituito. Era agli arresti domiciliari a Parma e oggi è stato liberato. E’ accusato, in concorso con Beppe Signori, Luigi Sartor, ex calciatore di Inter e Parma, e Daniele Ragone, commercialista di Sartor, di riciclaggio di denaro. Martedìi ha risposto alle domande del gip Salvini. Nella sua difesa ha spiegato di avere conosciuto tale Piquet, uomo vicino al clan di Singapore che voleva acquistare delle squadre di calcio in Italia, tra cui il Piacenza o il Modena. Burini ha detto di avere fatto anche il procuratore.
In effetti nel febbraio 2011 accompagnò in Italia un calciatore cinese di 15 anni per un provino alla Roma, organizzato da Sartor. A Singapore, Burini assistette a un colloquio tra Sartor e Piquet che parlavano di scommesse su partite di calcio. In quel momento capì di essere finito in un giro di attività illegali. Oggi ha raccontato di avere ricevuto una telefonata minacciosa da Piquet in occasione della sfumata combine di Inter-Lecce del 2010, millantata dall’ex portiere di Cremonese e Benevento, Marco Paoloni. Burini ha detto di avere ricevuto, tra marzo e aprile 2011, tra le venti e le trenta telefonate al giorno da Piquet il quale gli diceva che ‘se una faccenda del genere fosse avvenuta a Singapore, sarebbero tutti morti’.
A Singapore, infatti, erano stati puntati più di 700mila su Inter-Lecce. Burini, preoccupato, mandò messaggi sia a Sartor, sia a Ragone, chiedendo loro che cosa stesse succedendo, ma entrambi sostennero di non sapere nulla. Burini ha concluso dicendo che terrorizzato lasciò la Cina e andò in Bielorussia dalla sua attuale moglie e in seguito in vacanza in Brasile. Al termine dell’interrogatorio, il gip Salvini ha revocato gli arresti domiciliari e Burini è tornato in libertà . .