Calcio scommesse: Doni e l’Atalanta nei guai

ROMA – Diciotto club e 26 tra giocatori, dirigenti ed ex campioni, ma anche due societa’ di serie A e tre di B. Dopo venti giorni di audizioni e interrogatori Stefano Palazzi ha fatto scattare i suoi deferimenti per lo scandalo del calcioscommesse, e il calcio italiano rischia di essere messo a subbuglio. I capi di imputazione delle 32 pagine di Palazzi (dietro alle quali ce ne sono oltre mille di atti d’indagine) vanno dalla violazione della lealta’ sportiva (art.1) fino all’associazione per illecito sportivo (art.9), il dato piu’ impressionante del lungo atto d’accusa del procuratore federale.

Ma in attesa delle richieste di Palazzi, che avverranno di fronte alla Disciplinare nel processo sportivo imminente, codice di giustizia sportiva alla mano le pene possibili – in caso l’impianto accusatorio venga convalidato dai giudici – sono chiare e pesantissime: dai tre anni di squalifica minima rischiati da Cristiano Doni, capitano e simbolo dell’Atalanta, fino alla posizione del suo club. L’Atalanta e’ accusata di responsabilita’ oggettiva e presunta per i comportamenti dello stesso Doni e di Manfredini in due partite diverse (Atalanta-Piacenza e Ascoli-Atalanta), e poiche’ ai due giocatori e’ imputato l’illecito sportivo la societa’ rischia da un minimo di una penalizzazione al massimo dell’esclusione dal campionato di competenza.

In serie A, piu’ lieve appare la posizione del Chievo: il club veronese e’ stato deferito per responsabilita’ oggettiva di Stefano Bettarini, accusato di mancanza di lealta’ sportiva per aver scommesso su due partite (Atalanta-Piacenza e Inter-Lecce) a risultato ‘sicuro’. La particolarita’ e’ che Bettarini, ex oramai da sei anni, risulta a Palazzi tesserato per il Chievo.

Tra i tre club di B, il Sassuolo affronta solo la responsabilita’ oggettiva dell’omessa denuncia di un suo giocatore, Quadrini, cosi’ come il Verona per quella del ds Gibellini. Piu’ complicata la posizione dell’Ascoli. La sua e’ responsabilita’ oggettiva per i comportamenti di Sommese e Micolucci in quattro casi, due dei quali sono per ‘associazione per illecito’ e ‘illecito sportivo’: anche qui, il rischio di sanzione e’ alto.

Ravenna e Alessandria sono invece gli unici club deferiti per responsabilita’ diretta. In questo caso, sempre se le accuse saranno confermate, il rischio di sanzione minima e’ l’esclusione dal campionato di appartenenza.

A rischiare un minimo di tre anni di squalifica, oltre a Doni, sono anche Beppe Signori (ex calciatore e all’epoca tecnico di prima categoria), Marco Paoloni (portiere ex Cremonese) Vincenzo Sommese e Vittorio Micolucci (Ascoli), Thomas Manfredini (Atalanta), Antonio Bellavista (ex Bari).

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Alberto Francavilla