CREMONA – Ha parlato per altre cinque ore, e ha parlato di altre partite sospette, anche in serie A. Il 22 giugno è stato il giorno del secondo interrogatorio di Massimo Erodiani, il titolare dell’agenzia di scommesse tra i principali indagati nell’inchiesta sul presunto giro di scommesse. Erodiani ha parlato davanti al procuratore di Cremona Roberto Di Martino di gare combinate.
Il titolare di agenzie di scommesse pescarese ha detto di non averne avuto esperienza diretta, nel senso che non ha avuto un ruolo nelle presunte combine, ma ne ha sentito parlare da altri indagati, in particolare dal medico dentista Marco Pirani, i cui referenti, sempre secondo Erodiani, sarebbero stati Sergio Pellissier del Chievo e il calciatore Marco Galante. ”Ha indicato delle partite, ma non e’ detto che ci siano state veramente delle manipolazioni”, ha spiegato uno dei suoi legali, Giancarlo De Marco. Quali partite? Inter Chievo del campionato 2009-2010, Ascoli-Livorno di due anni fa, Palermo-Napoli, Napoli-Chievo, Brescia-Lecce. Di Sampdoria-Chievo, Erodiani ha sostenuto di non sapere nulla, ma ne hanno parlato altri indagati come partita sospetta.
La presunta manipolazione di Brescia-Lecce, finita 2 a 2, sarebbe da attribuire ai ‘Bolognesi’, il gruppo di scommettitori di cui avrebbe fatto parte anche l’ex bomber della Nazionale Beppe Signori nei confronti del quale Erodiani avrebbe confermato le accuse, collocandolo in due incontri in cui si parlo’ di taroccare le partite, mentre Signori sostiene che l’ incontro e’ stato solo, nello studio dei suoi commercialisti, Francesco Giannone e Manlio Bruni, durante il quale l’ex bomber avrebbe respinto con forza la proposta di partecipare al giro della scommesse illecite. Erodiani ha parlato anche di un’altra partita che sarebe stata ‘fatta’ dall’ex portiere della Cremonese, Marco Paoloni: Benevento-Foggia, in aggiunta a quelle che hanno portato in carcere e poi ai domiciliari l’attuale, estremo difensore del Benevento.
E’ anche tornato su quell’Atalanta-Piacenza, il primo dei match oggetto delle attenzioni del gruppo, di cui aveva abbondantemente parlato nei suoi interrogatori precedenti, ma non su un possibile ruolo del capitano della squadra bergamasca, Cristiano Doni che il titolare di agenzie di scommesse ha ribadito di non conoscere. Un interrogatorio a tutto campo che sembra aver soddisfatto il procuratore Di Martino che ora attende gli accertamenti sull’I-phone con il quale Paoloni, a suo dire, fingeva di essere il calciatore del Lecce Daniele Corvia e quello del Sassuolo Daniele Quadrini per contattare Erodiani e cercare di falsare le partite. Un passaggio fondamentale per capire se veramente Paoloni chiamava in causa persone inconsapevoli, spendendo il loro nome per delle combine che si limitava a promettere, senza poi fare nulla perche’ andassero a buon fine, come ha sostenuto davanti ai magistrati.