Calcio scommesse, Mauri ricorre in Cassazione per la legittimità dell'arresto

ROMA, 21 GIU – ''Riteniamo che Stefano Mauri abbia diritto a ottenere una pronuncia sulla legittimità del provvedimento che lo ha visto ristretto in carcere per una settimana e, complessivamente compresi gli arresti domiciliari, per 17 giorni''.

Prosegue dinanzi alla Cassazione l'azione dei legali del vice capitano della Lazio, Stefano Mauri, dopo la dichiarazione di innammisibilità del Tribunale del Riesame di Brescia sul ricorso presentato per ottenere l'annullamento del provvedimento con cui Mauri era stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse condotta dalla Procura di Cremona.

L'obiettivo del collegio difensivo del centrocampista brianzolo, composto dagli avvocati Matteo Melandri e Amilcare Buceti, è quello di ottenere un provvedimento che restituisca gli atti al Tribunale del Riesame al fine di ottenere una pronuncia che annulli l'ordinanza che ha disposto l'arresto del proprio assistito e non si limiti soltanto a una dichiarazione di innammissibilita'.

''ll Tribunale del Riesame di Brescia – hanno spiegato i due legali -, nella medesima ordinanza con la quale ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso per Mauri, ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Turati (anch'egli sottoposto a misura cautelare), sostenendo che, nonostante lo stesso abbia ammesso in parte la propria partecipazione ad alcuni episodi di frode sportiva, la circostanza che rappresenta un indizio per ritenere configurabile il reato fine, di per se' non puo' rappresentare un indizio per configurare l'ipotesi di partecipazione all'associazione per delinquere e che, quindi,la misura cautelare in carcere non poteva essere irrogata''.

''Il Tribunale del Riesame – hanno poi aggiunto – ha anche ritenuto il quadro indiziario, a carico di Turati, scarno ed insufficient, considerando le dichiarazioni rese da Gervasoni, principale accusatore anche di Stefano Mauri, inidonee a rappresentare un'accusa sostenibile, in quanto egli riferiva di circostanze apprese da altri e non di fatti ai quali lo stesso avrebbe partecipato direttamente''.

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Emiliano Condò