ROMA – Il calcio è ancora sotto torchio: continuano gli interrogatori sul calcio scommesse. Sabato 4 giugno sono previsti gli interrogatori di tre indagati. Davanti al gip Guido Salvini dovranno comparire Gianfranco Parlato, collaboratore tecnico della societa’ ‘F.c.Esperia Viareggio’, militante nel girone B della Prima divisione del campionato di Lega Pro; Giorgio Buffone, direttore sportivo del Ravenna Calcio e Francesco Giannone, che tutelava gli interessi dell’organizzazione cosiddetta ‘dei bolognesi’ che provvedeva ad effettuare le puntate di denaro.
Già venerdì alcune dichiarazioni ritenute significative dagli inquirenti erano venute da Marco Pirani, medico odontoiatra, che ha parlato di altre tre partite truccate, che coinvolgono complessivamente cinque squadre, anche di serie A, rispetto alle 18 che erano state oggetto dell’ordinanza di custodia cautelare.
Lo scandalo calcio scommesse si arricchisce inoltre di nuovi particolari: si arricchisce di nuove partite truccate (4-5 di serie A) e ci fa scoprire come si muoveva l’organizzazione che avrebbe influenzato più di 16 incontri. A volte riuscendoci e altre no. Le novità sono contenute nell’informativa depositata dagli agenti della Squadra mobile di Cremona, che hanno svolto le indagini: ma le altre partite che sarebbero state truccate e di cui parlano gli inquirenti non sono finite nell’ordinanza di custodia cautelare perché gli investigatori non hanno trovato elementi per farle diventare capi di imputazione. Il quadro che emerge dalle carte della procura parla di scommesse, partite truccate, famiglie rovinate e poi ancora debiti milionari, calciatori che scommettono su se stessi, sotterfugi per non farsi scoprire e minacce.
Una novità riguarda il Portogruaro, appena retrocesso dalla serie B alla Lega pro. Secondo il ‘Corriere della Sera’, sia Gianfranco Parlato che Massimo Erodiani, ritenuti componenti dell’organizzazione del calcio scommesse, esultarono per l’arrivo di un calciatore (per ora anonimo) che, a loro parere, gli avrebbe garantito sicure giocate vincenti nelle settimane successive.
Al centro anche di queste carte, poi, c’è l’ex portiere della Cremonese Marco Paoloni, ora arrestato, che secondo l’accusa metteva il tranquillante nell’acqua dei suoi compagni di squadra. Secondo ‘Il Corriere della Sera’, dalle carte della procura di Cremona, Paoloni emerge come un uomo malato per le scommesse, a causa delle quali si è indebitato fino al collo. Tanto da scommettere su se stesso e arrivare ai ferri corti con la moglie. Secondo quanto scrive ‘Il Corriere della Sera’, Paoloni si sarebbe indebitato per 150mila. Inoltre il 15 gennaio scorso, secondo i verbali, al momento della partita Spal-Cremonese, avrebbe inserito la sua squadra in una “giocata” a otto, nella speranza di una possibile vincita di 10 mila euro. Avrebbe quindi telefonato a Massimo Erodiani per decidere le squadre sulle quali investire soldi. “Qualche ora dopo – si legge sul ‘Corriere della Sera’ – Paoloni invia due sms a Erodiani cui fanno capo alcune ricevitorie in Abruzzo. Nel primo inserisce un numero ‘imputabile’, scrive il gip, ‘a una carta Postepay’. Nel secondo sms conferma la volontà di puntare proprio sulla Spal”.
Dalle carte della procura, inoltre, emergerebbe che la “banda” del calcio scommesse evidentemente aveva timore di essere scoperta attraverso intercettazioni. E tentava quindi di adottare degli escamotage, come comprare i cellulari dai cinesi. O, ancora meglio, utilizzare cellulari intestati a stranieri. Scrivono Andrea Galli e Giuseppe Guastella sul ‘Corriere della Sera’: “Si cambiano frequentemente i telefonini usati per le conversazioni, come se ci si sentisse sotto controllo. Anche andando a comperarli nella Chinatown di Milano, dov’è notoria la presenza di negozi che vendono cellulari ritenuti (con una evidente illusione) a prova di intercettazioni, oppure non registrati o anche riconducibili a stranieri immigrati. Uno dei cellulari di Paoloni risulta intestato a tale Yang Guangzi, un cinese residente in via Paolo Sarpi”.
Nelle carte dei pm la vicenda di Paoloni si fa anche tragedia familiare, oltre che umana. In un passaggio delle intercettazioni, scrive sempre ‘Il Corriere della Sera’, si sentirebbe l’ex portiere litigare con la moglie proprio sul nodo del calcio scommesse.
Paoloni: “Amore… amore… ma guarda che io forse ho speso 50 euro non di più te lo giuro su nostra figlia!… Comunque poi quando vieni a casa ne parliamo bene”.
Michela non crede al marito: “Vaf… a te e a tutte le ca… che spari, alla vita che mi stai facendo fare, a tutto…”. E ancora: “Sei così bugiardo da aver pure giurato sulla bambina”. E poi: “Sono così triste che non so neanche se tornare più a casa, non vedo vie d’uscita”.
Michela: “Hai preso pure il bancomat? Hai utilizzato il bancomat?”.
Paoloni: “Nooo…”.
Michela: “Eh a me sembra di sì… perché l’avevo messo in un posto ben preciso e sono andata a vedere e sta dietro rispetto a tutto… dove l’avevo messo io… quindi… penso proprio che hai utilizzato proprio il bancomat…”.
Paoloni: “Vieni a casa dai…”.
Ma nel racconto degli investigatori emergono anche minacce. Sarebbe stato ad esempio intercettato un certo “Ivan” che avrebbe chiamato Paoloni e con “voce intimidatoria” gli avrebbe chiesto di parlargli di persona. Un’affermazione secondo gli inquirenti “imputabile alla partecipazione a scommesse clandestine”.
Questa l’intercettazione, così come riportata dal ‘Corriere della Sera’. Ivan: “Ciao… ascolta una cosa… si sono io… ci eravamo visti prima… mi avevi chiamato con quel numero là… ascolta una roba… ma siccome che adesso ho riflettuto molto sulla cosa quindi… gradirei… gradirei poterti vedere solo un attimo… vengo solo io… vederti un attimo… è possibile domani magari incontrarci… mi vieni un po’ incontro qualcosa che non c’ho voglia di rifarmi tutto il coso… che vediamo un attimo com’è… vediamo un attimo cosa si può fare? C’hai un minuto?… C’hai un attimo, non so mattina pomeriggio… o quando cazzo vuoi?…”.
Paoloni: “Devo vedere un attimino… sì… però…”.
Ivan: “Eh lo so me lo dici te… me lo dici te dove?… Vieni da Milano… Insomma non mi far fare 100 chilometri, 80 chilometri… Non so a Crema… più vicino possibile… Una via di mezzo… ci manca anche che mi metto a fare su e giù…”.
Paoloni: “Va beh allora facciamo così ci aggiorniamo a domani… io domani ti chiamo…”.
Ivan: “Tu domani quand’è che sei libero… che non fai allenamento o roba del genere?…”.
Paoloni: “Ehhh non lo so perché domani mattina faccio allenamento…”.
Ivan: “«Però non stare a parlare con Gianfranco, tutto… vengo io un attimo e voglio soltanto discutere una cosa perché siccome poi adesso naturalmente mi scoppia il cervello e ho pensato mille cose… a questo punto qui nelle 1000 cose una cosa è sicura… che la cosa va sistemata! Quindi a questo punto qua ci sono cento maniere… vediamo di trovare la migliore però”.