ROMA – Partite di calcio sospese in caso di puntate anomale. Un’ipotesi prevista in un emendamento al decreto sviluppo presentato dal Governo, estensore Maurizio Fugatti, deputato leghista e relatore del provvedimento.”La nostra idea – dice Fugatti – è di mettere un tetto alle scommesse e l’obbligo per i Monopoli di denunciare i flussi anomali, fino ad arrivare allo stop alle partite”.
Il presidente della Lega di Serie A Maurizio Beretta non ci sta a sospendere le partite, sostenendo che “il problema delle scommesse è esterno ed estraneo al calcio, noi da questo meccanismo riceviamo solo danni”. Secondo il presidente della Lega di A inoltre “è necessaria una struttura di vigilanza sulle scommesse nel calcio”. In realtà un sistema analogo già c’è in quanto le società che gestiscono le scommesse hanno il dovere di segnalare i casi in cui vengono puntate grosse somme di denaro. Sistema che però evidentemente non ha funzionato, anche se non si sa bene il perchè.
Ve la immaginate la scena? Troppe puntate, si ferma la partita della domenica (o del sabato, o del lunedì): i tifosi in torpedone rimandati indietro, la diretta televisiva rinviata e Sky che fa causa (a chi?), i processi sommari e immediati ecc. ecc. Senza contare che in Italia per fermare una partita è necessario far credere che un ragazzino è stato investito e ammazzato dalla Polizia (è successo a un derby Roma-Lazio).
La proposta ha il vizio di essere avventata perché irrealistica. Le scommesse, insieme alle lotterie, procurano fior di incassi allo Stato Italiano. Il volume complessivo degli affari ufficiali, cioè quanto si investe nelle scommesse sportive, è pari a 60 miliardi di euro all’anno. Di questa Finanziaria permanente, la quota che trattiene lo Stato è pari a 4 miliardi di euro. Una cifra che si è moltiplicata esponenzialmente negli ultimi anni.
E poi ci sono già le leggi, i codici sportivi, i freni deontologici, le commissioni dedicate, i protocolli ecc.