CREMONA – Nuova luce sulle indagini sul calcio scommesse e sulla figura di Beppe Signori. Gli inquirenti hanno iniziato a focalizzare un possibile schema: ipotizzano prima di tutto l’esistenza di una “gruppo di Milano” che smistava le informazioni di prima mano sulle varie partite, provenienti direttamente dai calciatori di serie A; da questi le informazioni passavano ai “bolognesi” di Beppe Signori (gli incontri, scrive ‘Repubblica’ sarebbero avvenuti al ristorante ‘Ibiza’ di corso Como) che ci mettevano il know how per scommettere a Singapore senza interferire con le quote delle partite e senza sbattere contro i limiti di puntata. Signori sarebbe riuscito ad attivare un meccanismo di garanzia che permetteva agli scommettitori di giocare a Singapore qualsiasi cifra senza un soldo: gli assegni di garanzia rimanevano in una cassaforte in Italia. Signori poi, questa una delle novità su cui si sta indagando, avrebbe dato le direttive agli “scommettitori” attraverso dei ‘pizzini’: fogli di carta ripiegati tre o quattro volte trovati nelle agende sequestrate ai vari Massimo Erodiani, l’ex portiere della Cremonese Marco Paoloni, il dentista con la passione delle giocate Marco Pirani, i commercialisti Francesco Giannoni e Manlio Bruni e poi l’ex capitano del Bari Antonio Bellavista. Il tutto, secondo gli inquirenti, avveniva tramite tale “Gigi”, un personaggio ancora in corso di identificazione.
Durante le perquisizioni eseguite il giorno degli arresti, infatti, gli agenti della Mobile di Cremona hanno trovato un fiume di prove che riguarderebbero Signori: assegni, fogli scritti a mano con le indicazioni di “quelli di Singapore” e soprattutto una sorta di “pizzino” con su un elenco di partite da giocare e i rispettivi nomi dei giocatori “garanti”. Stessi appunti, scrive ‘Il Corriere della Sera’, sarebbero stati trovati anche nelle agende sequestrate.
Inoltre uno degli indagati durante il primo interrogatorio davanti al Gip Guido Salvini disse: “Beppe Signori andava spesso a Milano dove in un locale incontrava calciatori ed ex calciatori e poi tornava a Bologna con le scommesse da fare”.
Beppe Signori però ha finora negato tutto. Due giorni fa ha spiegato al giudice delle indagini preliminari Guido Salvini di non aver mai partecipato, nè organizzato, nessun genere di scommessa truccata.
Però, scrive ‘Il Corriere della Sera’ ci sarebbero i pizzini trovati nelle agende, gli appunti, i racconti di alcuni indagati e le intercettazioni. In queste, secondo ‘Il Corriere della Sera’, ci sarebbero alcuni inquisiti che fanno riferimento a “Beppe 200 gol” in un giorno preciso e anche nelle agende si fanno gli stessi accenni nello stesso giorno. Dalle indagini emergono contatti dei quali si può trovare nota pure nei foglietti sequestrati, cosa che vale anche per alcuni appunti sulle cifre delle giocate, sugli incontri da pilotare, sulle persone che partecipano al trucco.