ROMA, 25 AGO – Due partite, appena 180 minuti per dire addio all'Europa e per Luis Enrique scatta già la contestazione.
Il giovane tecnico spagnolo, a corto di risultati dopo l'1-1 con lo Slovan in casa che decreta l'eliminazione dei gialorossi, stavolta viene tempestato da bordate di fischi quando decide, al 28' del secondo tempo, di sostituire Francesco Totti.
Un altro corto circuito e un novo caso con il capitano, che non gradisce il cambio e esce dal campo senza passare dalla panchina. Una scelta tutt'altro che condivisa dai tifosi romanisti, accorsi comunque quasi in 50mila per caldeggiare una qualificazione che invece non è arrivata.
Puntuale invece la delusione e la rabbia dei tifosi che si sono scagliati contro Luis Enrique, che però continua il muro contro muro difendendo le sue scelte. Anche quella di mandare in campo Okaka al posto del capitano.
''Il cambio di Totti? Il lavoro dell'allenatore è molto difficile, viene sempre criticato soprattutto in situazioni come questa. Io penso sempre al bene della squadra e del gruppo – la difesa di Luis Enrique -. Dopo la sconfitta è facile criticare. Accetto la critica, ma io sono l'allenatore e sono io che scelgo, non mi faccio condizionare''.
''Francesco è un giocatore del gruppo e io sono felice di allenarlo. Non ci ho parlato, ma rifarei la stessa scelta perché era la migliore che potessi fare in quel momento per la squadra – ribadisce il tecnico -. Io ho la responsabilità di un gruppo e non di un solo giocatore. I tifosi sono liberi di criticarmi, rispetto il loro pensiero ma io ho la responsabilità del risultato. E poi non c'è controprova che con Totti in campo si sarebbe passato il turno''.
Sull'eliminazione, il tecnico spagnolo si è detto ''triste, ma la squadra ha avuto tante occasioni. Bisognava solo segnare di più. Ma questa è una squadra destinata a crescere. Lasciare subito dopo questa eliminazione? Non mi arrendo alla prima difficoltà o al primo scivolone. Meritavamo di vincere, ma abbiamo sprecato troppo. Non si fanno ora i bilanci. Spero di avere il tempo per portare avanti questo nuovo progetto''.
In sostanza, per vedere la Roma che ha in testa Luis Enrique – e che potrà contare da domani anche sul difensore danese Kjaer, sbarcato nella Capitale in serata – servirà ancora tanta pazienze e altrettanto lavoro. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il patron statunitense DiBenedetto: ''La squadra si è impegnata molto, si sono visti dei progressi rispetto alle precedenti uscite che testimoniano il lavoro fatto. Ci vuole pazienza, ci dispiace per l'eliminazione ma dobbiamo lavorare tutti insieme perché il progetto è appena iniziato''.
Progetto che Totti però non sembra sentire suo: prima la panchina a Bratislava, poi la sostituzione all'Olimpico sono andate di traverso al capitano giallorosso che, dopo il cambio, non si è nemmeno seduto in panchina, infilandosi direttamente negli spogliatoi per poi lasciare lo stadio senza dire una parola ma con l'umore nerissimo.
Diametralmente opposto quello del tecnico dello Slovan, Vladimir Weiss, che dopo aver eliminato l'Italia di Lippi al mondiale sudafricano potrà mostrare anche lo scalpo della Roma in Europa League. ''E' vero, sono state due vittorie molto importanti per me – l'ammissione dell'allenatore -. Certo, quando è andato via Totti le nostre possibilità di passare il turno sono aumentate. Totti è la Roma e la sua sostituzione per noi è stata importante''.
