Il calciomercato estivo del Genoa è stato molto scoppiettante, con parecchi arrivi e diverse partenze.
Tra gli acquisti più azzeccati spicca senza dubbio Emiliano Moretti, un elemento con le caratteristiche ideali per il gioco di Gian Piero Gasperini e con un profilo umano che ha permesso subito di stabilire un grande feeling con la città e la tifoseria.
Il calcio moderno è di coloro che sanno interpretare più ruoli con identico profitto e non è un caso che l’ex Valencia sia riuscito ad inserirsi e ad ambientarsi a tempo di record nei meccanismi oliati della squadra rossoblù.
Moretti non è nato centrale difensivo ma per tutto il girone d’andata ha guidato la retroguardia con grande personalità. A sinistra si trova sicuramente più a proprio agio, non importa se impiegato nel pacchetto arretrato o a centrocampo. Un elemento completo, un’assoluta garanzia.
Il classico giocatore che sotto il 6,5 non scende quasi mai. Per la fortuna di chi, al momento dell’asta del fantacalcio, ha scommesso su di lui, ma soprattutto per la soddisfazione di chi ha deciso di portarlo al Genoa e ora ne gode i benefici.
Il Genoa si trova al settimo posto nonostante i tanti infortuni ed i numerosi impegni infrasettimanali. Un risultato di assoluto livello, nella speranza che da ora in avanti la dea bendata si ricordi anche dei rossoblù…
«A mio avviso il nostro campionato, finora, è stato molto positivo, anche se resta il rammarico per qualche occasione perduta.
Considerando tutti gli infortuni con cui abbiamo dovuto fare i conti e gli episodi che non ci hanno arriso, possiamo solo che essere contenti per quel che siamo riusciti a fare».
Se il Genoa è in zona Europa League deve ringraziare anche lei, che si è adattato a giocare per tutto il girone d’andata, con ottimi riscontri, nel ruolo di centrale difensivo…
«Quando si fa parte di una squadra, quel che conta è cercare di rendersi utili. Io ho sempre dato la mia disponibilità al tecnico e ai compagni cercando di fare del mio meglio per il bene del Genoa».
Mister Gasperini ha sempre stimato gli elementi duttili e lei, sotto questo punto di vista, non ha nulla da invidiare a nessuno: difensore di sinistra, centrale, esterno di centrocampo. Ha la consapevolezza di poter essere l’arma in più del Grifone da qui alla fine del campionato?
«Preferisco parlare poco dell’aspetto personale. Ripeto, io sono a disposizione, pronto a mettere al servizio della squadra il mio massimo impegno.
Dario è sicuramente più adatto di me a giocare nel ruolo di centrale difensivo. Quel che conta è fornire un buon contributo alla causa, spetterà poi al mister decidere dove impiegarmi».
Quali sono state finora le soddisfazioni più grandi e le maggiori delusioni da quando è un giocatore rossoblù?
«Il rimpianto principale riguarda l’eliminazione dall’Europa League. Ce la siamo giocata fino in fondo ed abbiamo sfiorato un traguardo storico. I momenti belli, invece, sono stati la maggior parte, uno su tutti la vittoria nel derby».
Lei è subito riuscito a creare un ottimo feeling con l’ambiente rossoblù e ad ottenere fiducia e stima da parte di una tifoseria esigente come quella genoana. Qual è il suo segreto?
«Essere sempre me stesso. Piuttosto che dire una bugia o una mezza verità preferisco sempre il silenzio. La gente ha dimostrato di apprezzare il mio modo di essere e ciò costituisce per me un motivo di orgoglio.
A Genova, inoltre, io e la mia famiglia ci troviamo a meraviglia: oltre ad essere una città molto bella, permette di condurre una vita come piace a noi».
Se lo immaginava così il suo rientro in Italia?
«Le differenze tra la Spagna e l’Italia, dentro e fuori dal campo, sono considerevoli e qualche difficoltà l’avevo messa in preventivo.
Approdare al Genoa, però, è stata una mia scelta e sono sempre più convinto di aver preso la decisione migliore. Aprire un ciclo in rossoblù? Magari!».
Rispetto alle altre squadre in corsa per un posto in Europa League, quali sono i punti di forza di Genoa?
«Il fattore campo ed il pubblico eccezionale su cui possiamo contare. Non è un caso che, finora, i migliori risultati li abbiamo ottenuti al “Ferraris”.
L’ambiente e la tifoseria rossoblù ci ha sempre dato una grossa mano, anche nei momenti meno favorevoli, e questo per una squadra è un aspetto estremamente importante».
Claudio Baffico
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