“Mi sento molto triste, è ovvio, ma posso comprendere le ragioni di Dunga, che è un vero professionista. Sono consapevole di tutti gli errori fatti negli ultimi tempi”, ha precisato l’ormai ex attaccante del Flamengo. Jeans e maglietta, da solo (senza il suo procuratore Gilmar Rinaldi), visibilmente di buon umore, Adriano ha parlato in portoghese, rispondendo a qualche domanda anche in italiano. A proposito dei suoi “errori” di questi ultimi mesi, Adriano ci ha perfino scherzato su, chiedendo se veramente ci fosse bisognao di ricordarli: di fronte alle risate dei cronisti, l’attaccante ha chiuso il tema con un “allora non ne parliamo più…”.
Alla domanda se ritiene che l’Italia sia ormai il suo destino definitivo, Adriano ha detto di non poter ora rispondere a tale domanda, senza escludere però di poter “un giorno” tornare a giocare nel Flamengo: “il Brasile è un paese che non è sostituibile”, ha sottolineato, ringraziando più volte non solo la squadra di Rio ma anche i suoi tifosi, i quali – ha concluso – “mi hanno sempre accompagnato”.