Calciopoli, Baldini a Moggi: “Uomo senza qualità”, rissa sfiorata in Aula

Luciano Moggi

Fissa negli occhi Luciano Moggi, che non ha perso una sola battuta della sua deposizione, e per la prima volta si rivolge direttamente a lui: ”Quest’uomo senza qualità…”’.

Franco Baldini, ex ds della Roma e attuale manager della nazionale inglese, ricorre a una citazione letteraria, che rimanda al titolo del romanzo di Musil, per apostrofare l’ex dirigente juventino il quale non riesce più a controllarsi: si alza in piedi e fa per dirigersi verso il banco dei testimoni, trattenuto dagli avvocati che gli sono a fianco.

Lo scontro in aula tra i due ”nemici” rappresenta il momento clou dell’udienza del processo di Calciopoli, ripreso venerdì 1 ottobre  davanti alla nona sezione del tribunale di Napoli. La testimonianza di Baldini, sollecitata dalla stessa difesa di Moggi – il dirigente era ai primi posti della lista degli avvocati Maurilio Prioreschi e Paolo Trofino – ha mostrato l’antica ruggine tra i due, risalente alla vicenda Gea in cui Baldini fu un accusatore nel processo romano che ebbe lo strascico di una imputazione di minacce contestata a Moggi.

Lo stesso ex dg della Juve,a l termine dell’udienza, parlando con i giornalisti ha annunciato l’intenzione di querelare Baldini per l’espressione usata  in aula. Nel corso della sua deposizione, Baldini ha confermato che i rapporti con Moggi divennero ”pessimi” dopo che lui si decise a denunciarne ”le minacce, i maltrattamenti, i soprusi” messi in atto nel mondo del calcio .

L’ex dirigente romanista, invitato dal pm Narducci e dai legali a citare episodi specifici, è tornato sulla vicenda della Gea (la società di procuratori di calciatori che avrebbe fatto capo a Moggi) parlando, tra l’altro, di giocatori costretti a firmare procure al figlio dell’ex dg bianconero, nonché del presunto intervento di Moggi per impedire che Taddei venisse venduto dal Siena alla Roma (l’attaccante brasiliano venne acquistato dalla società giallorossa solo l’anno successivo quando era svincolato).

”Nulla si muoveva o si spostava senza che Moggi lo volesse”, ha detto Baldini che, incalzato dalle domande dei difensori, si è soffermato a lungo sul suo rapporto con Attilio Auricchio. Baldini ha affermato di aver conosciuto l’investigatore nel 2003 durante le indagini sulle fidejussioni fasulle e sulla inchiesta napoletana di calciopoli, e che in seguito ebbe diversi incontri con Auricchio ”quando – ha affermato – avevo deciso che quel poco che avevo da denunciare lo avrei denunciato”. Ha spiegato di non essere stato in possesso di prove circostanziato e di aver tentato di convincere alcune persone (ha citato a tale proposito due procuratori e un dirigente di societa’) che si erano confidate con lui a denunciare agli inquirenti.

Baldini ha dichiarato poi di aver avuto un rapporto di ”collaborazione” con l’investigatore e di essere stato disponibile a ”spiegargli come funzionavano le cose”. Prima di Baldini, hanno testimoniato tra gli altri il presidente della Figc Giancarlo Abete e l’ex arbitro Pierluigi Collina. Abete, rispondendo alle domande degli avvocati, ha riferito sulla gestione della Federcalcio. Collina ha detto di non aver mai subito pressioni da alcuno, compresi i designatori Bergamo e Pairetto, per influenzare l’esito degli incontri da lui diretti e che se avesse ricevuto segnalazioni di questo genere le avrebbe denunciate. Ha inoltre affermato che quando arbitrava non era a conoscenza dei nomi dei calciatori diffidati. Il processo riprenderà il 12 ottobre prossimo, sempre con l’esame di testimoni indicati dalle difese.

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Emiliano Condò