«Ho chiesto da tempo di poter concordare una data per la mia testimonianza, perchè vivo tra Miami e Cagliari, ho mille impegni e sono sempre in viaggio, ma non è stato possibile. Sono stato convocato soltanto il giorno prima e non c’era la possibilità materiale di arrivare a Napoli».
Così il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, raggiunto al telefono dall’Ansa, ha motivato la sua assenza ieri in aula nel processo per lo scandalo nel calcio del 2006.
Dopo che per la terza volta Cellino non si è presentato, la nona sezione del Tribunale di Napoli ha disposto l’accompagnamento coatto con la forza pubblica per la prossima udienza, fissata per martedì 22 dicembre. «Sino a sabato scorso ero negli Stati Uniti – spiega Cellino – sono rientrato giusto in tempo per vedere la partita con il Napoli. Poi lunedì alle 13:30 si sono presentati i Carabinieri a casa per la notifica della convocazione, ma io vivo a Cagliari, non a Napoli e non c’è neanche un volo diretto».
Cellino ha spiegato di non aver ricevuto alcun avviso dal Tribunale sull’accompagnamento coatto per la prossima udienza e di averlo appreso solo dai giornali, ma si è detto disponibile a recarsi a Napoli il 22 dicembre. «Pensavo fosse mio diritto poter concordare una data, la prima volta ero a Miami, la seconda a Milano per una importante riunione con il Ministero dell’Interno, e sono sempre stato avvisato il giorno prima».